« Introduzione. e nelle grandi crisi della storia moderna essa non spiega che un compito assai limitato o spesso nessuno: dopo di allora le relazioni dei nunzi hanno importanza soltanto se promanano da spettatori degli avvenimenti che hanno acutezza di giudizio. Così dopo il 1650 la situazione in Europa si è spostata assai a sfavore della Chiesa e del papato: nel nord il nemico mortale dei cattolici, la Svezia; la Germania e la Spagna coi loro principi conservativi passano nello sfondo; nel mezzo dell’Europa occidentale sta la Francia ancora cattolica, ma già sotto Richelieu assai vicina allo scisma, ed inoltre seconda patria e il vero focolare di una delle più pericolose eresie, il giansenismo, tanto più temibile, quanto più evita di staccarsi apertamente dalla Chiesa e conserva anzi con raggiri insinceri l’apparenza della sottomissione, spacciandosi per la vera Chiesa ortodossa, di fronte ai « Molinisti ». La Chiesa era, dunque, minacciata da pericoli gravissimi. Fortunatamente però è provveduto perchè le cose non giungano agli estremi. Nella sua giovinezza Luigi aveva forse sognato di conquistare la Spagna mediante un matrimonio, di acquistare in Germania la corona imperiale e di aprirsi la via alla signoria universale col costituire una vera potenza imperiale. Ma come s’erano dileguati tali sogni! Egli fece l’amara esperienza che la spada non è l’unica arma su questa terra. Con la sua arroganza aveva provocate le armi di tutta l’Europa, e dovette solo alla discordia dei suoi nemici se la sua ultima grande guerra ebbe per lui un esito relativamente ancora molto favorevole. A ciò s’aggiunga all’interno l’impoverimento del paese, l’esasperazione del popolo contro il Re Sole che una volta aveva idolatrato, un cumulo di sventure famigliari e la mancanza di un erede, per il quale meritasse conto logorarsi per tutta la vita, ed infine nessun successore per i grandi geni che avevano resi gloriosi gli inizi del suo regno. Anche di fronte al papa, Luigi non potè raggiungere quello che voleva. Il gallicanismo era soltanto una mezza misura e una contradizione interiore. Anche se nei primi secoli cristiani l’influsso della Sede romana non si fece molto sentire, tuttavia esso esisteva; se a Roma si lasciava ad Atanasio o a Cirillo di Alessandria mano libera nelle cose del lontano Oriente, ciò avveniva perchè un intervento non si dimostrava necessario, sempre tuttavia con la consapevolezza di possedere il diritto di intervenire. Quanto poco conseguente fosse il gallicanismo fu sperimentato da Luigi XIV stesso: ogni momento si ripeteva il caso, sia nei conflitti dottrinali come in altre cose, che il papa gli era necessario, tanto da doverlo pregare, a scanso di complicazioni insolubili, di dire la parola liberatrice.1 Vero è che ciò nonostante le tendenze antiromane 1 «Cette domination du roi, cependant, n’était pas, ne pouvait être complète. Le gallicanisme, placé à mi-chemin entre le schisme et l’iniallibilité