Misure contro la peste. 33:» Il papa si trovava nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, quando giunse la prima notizia del pericolo ohe minacciava l’eterna città. Egli ritornò subito a Roma1 per vigilare, aiutato da suo fratello Mario, su tutte le misure che venivano prese alla difesa della capitale e dello Stato pontificio. Venne subito insediata una apposita congregazione sanitaria, alla cui testa stava Sacchetti, ed alla quale appartenevano il medico personale del papa e suo fratello, il quale durante questo grave periodo si distinse assai.1 Speciali commissari dovevano impedire la penetrazione del contagio dal territorio di Napoli, ma nello stesso tempo provvedere che anche con ciò non subentrasse la mancanza di viveri. Rimasero aperte nolo otto porte della città, che vennero rigorosamente sorvegliate. Appositi commissari erano delegati alla vigilanza igienica di ciascuno dei quindici distretti urbani. Ogni caso di peste doveva subito venir denunziato, pena la morte. Trastevere venne per un certo periodo tagliata completamente fuori della città. Per isolare completamente gli ammalati venne eretto all’isola di •san Bartolomeo un ospizio contro la peste. Come quarantena p< r i convalescenti della peste serviva un lazzaret to presso S. Pancrazio, e per coloro a cui era stata chiusa la casa per un caso di peste, ne era stato eretto uno presso S. Eusebio.3 Gli ammalati «li lui V, Roma 1925, 159 8., (qui a p. 163 8. auche intorno alle nuove in mure, quando la peste nel 1663-64 comparve anche in Amsterdam); le numerose ' ordinanze a ciò relative negli Editti V 61, Archivio segreto pontificio; ivi pure gli * Avviti del 1656. Xel cod. 171 della Biblioteca borsini in Roma: Memorie di Roma in tempo del mal contagiano 1656. Cfr. inoltre * Barb. 4991, p. 3 ss., 23 ss., e 4236, p. 172 ss. Biblioteca Vaticana. * Statistica dei casi di morte dal 26 agosto 1656 fino al 10 febbraio 1657 nell'OMoò. 3264 p. 20 ss., ivi (Relazioni al nunzio in \ enezia, 26-30 agosto 1656: 93 casi di morte, 30 agosto fino al 2 dicembre 1656: Si casi di morte). Due * lettere «lei Pallavicino sulle misure contro la p«5*te Ufi Cod. A. HI 53, p. 246 e 259 della Chig., Biblioteca Vaticana. cfr., anche ivi E. Ili 62 e C. Ili 6 p. 280, 286. Alcune lettere private che r iTuardano l’argomento nelle Lettere di Carenti neri pubblicate da A. VlBOILl 1 l’ubblicazione per nozze, Firenze 1893). Inedita una ’lettera, nell’A r-*hivio Azzolini in Empoli Vecchio, ora nell* Archivio reale di Stoccolma. Sull’opera del medico romano Pietro Castem-o «■»mparea nel 1656 in .Messina: Flagello della pente nel quale ri considerano le core *‘npette di contagio e ri propone il rimedio di correggerle,redi L. Ucetter nel * Coiriere d'Italia» 31 gennaio 1928. 1 Vedi la * Relazione del Ri«^ardi del 20 maggio 1656, Archivio «li Stato in Firenze. * Cfr. la « * Relazione del contagio di Roma nel 1656 » nel Cod. E. Ili 62 •iella Chig., Biblioteca Vaticana. Un'iscrizione nella cattedrale *1* Frascati ricorda il salvamento della città dalla peste, che fu attribuito all in-,*’rc«tgione dei SS. Sebastiano e Rocco; vedi l'iscrizione in Clczel, Frascati, s<>uvigny 1901, 25. ’ Buone illustrazioni dei lazzaretti su incisioni in legno contemporanee di l'iacomo Moli nari. In tre grandi incisioni in legno, Luigi Roubier da Digione