124 Innocenzo X. 1(544-1655. Capitolo III. Il J 8 marzo 1646 Glamorgan venne informato che il re aveva rinnegato lui e i suoi propositi di pace, anche pubblicamente.1 Con ciò la sua parte di mediatore era finita, per quanto in un primo tempo Glamorgan stesso non prendesse sul serio la dichiarazione del re. Del resto, anche senza ciò, all’idea di mandare un esercito irlandese in Inghilterra, quale aveva concepita il Glamorgan, non c’era più da pensare.* Il re aveva già perduto ogni potere e Ormond aveva solo la scelta di mettersi d’accordo coi puritani dell’Inghilterra o coi cattolici d’Irlanda. Egli preferì quest’ultima possibilità, e così fra lui e il Consiglio supremo irlandese si venne alla pace del 28 marzo 1646. Por essa i cattolici vennero esonerati dal giuramento di supremazia, da tutte le pene e multe, e da tutti gli svantaggi che portava con sè la professione della religione cattolica. Così dunque dopo interminabili trattative e progetti si era arrivati ad una pace, ma ad una pace che non poteva accontentare la generalità. Quello che venne concesso in materia religiosa, erano soltanto facilitazioni per i singoli credenti; ai cattolici come collettività non era riconosciuto il diritto di possedere le chiese e i patrimoni ecclesiastici, cosicché, ed in genere, la regolarizzazione della questione religiosa veniva differita a dopo la risposta del re. Si comprende, che una pace siffatta venisse da prin -cipio tenuta celata specialmente di fronte al nunzio; appena il 30 luglio 1646 la si rese pubblica, ed allora il malcontento si manifestò da tutte le parti.3 Il clero sentì tanto più amaramente questa piega delle cose, in quanto durante tutto Tanno 1646 la causa dei cattolici irlandesi si metteva bene, e O’Neill aveva appunto il 5 giugno 1646 ottenuto a Benbnrg nell’Ulster mia splendida vittoria sugli Scozzesi.1 Gli arcivescovi di Dublino e Cashel con sei vescovi e sei provinciali degli Ordini si rivolsero lamentandosi a Luigi XIV, che aveva speso in sussidi notevoli somme di denaro.5 Il popolo irlandese si oppose alla lettura della pace e il clero rifiutò le tasse. In tale situazione, onde guadagnare Rinuccini, il Consiglio supremo si dichiarò disposto ad ampie promesse.8 Invano egli chiamò in suo soccorso Ormond, divenuto ora suo alleato. Ivilkenny ricevette, è vero, soleimemente il viceré, ma l’assemblea dei nobili convocata a Cashel non lo lasciò entrare, e Cromwell gli chiuse in * Gardiner II 422. * Ivi 423, 425». * Gardiner II 540 ; relazione di Rinuccini sulla pace, Wàterford 16 agosto 1646 in Aiazzi 153-157. * Bellesheim II 433. Rinuccini mandò a Roma le bandiere catturate le quali rimasero issate in S. Pietro fino al pontificato di Alessandro VII; ivi 434. * Ivi 427. * Gardiner II 541 s.