484 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo V. nace resistenza. Già nell’anno 1661 le monache (li colà avevano fatto opposizione contro il decreto dei vicari generali di Paridi, benché vi si distinguesse in pieno senso giansenista la questione di fatto e la questione di diritto. Una lettera della sorella di Pascal Jacqueline, ci lascia penetrare con lo sguardo nello stato d’animo che regnava allora fra le suore teologizzanti.1 Nella ordinanza dei vicari generali essa vede soltanto un fine artificio per sottrarsi alla professione della verità;2 essa sfida i vescovi, il Papa, la minacciata scomunica;3 secondo lei la condanna del Giansenio include la condanna della grazia di Cristo;4 essa è perciò disposta per lui a persecuzioni e alla morte.5 Però tutte queste erano belle frasi. Le donne testarde, che non si lasciavano ammaestrare dall’arcivescovo e dal Papa, si piegarono in tutta umiltà e apposero la loro firma, appena che il «grande» Arnauld cosi decise.6 Vero è che il documento firmato venne respinto in Roma come insuflì-ciente; e quando i vicari generali ne presentarono un altro, Poi t-Royal-des-Champs firmò soltanto una formula in termini generic i.7 Ora la questione fu lasciata a tacere per tre anni, finché il nuovo arcivescovo di Parigi, Arduino de Péréfixe nel giugno 1664 per ordine reale cominciò una visita del chiostro. Senonchè le suore, preparate sufficientemente dai loro consiglieri giansenistici, erano decise di spingere le cose agli estremi; il loro contegno conti" l’arcivescovo poteva venir concepito come sarcasmo, e comparvero degli scritti diffamatori contro di lui.8 Il 21 agosto 1601 egli impose l’interdetto sui due conventi di Port-Royal. Dallato morale non c’era del resto nulla da eccepire nelle suore; l’arcivescovo soleva dire che esse erano pure come gli angeli e superbe come il demonio.9 L’interdetto per ordine del re ebbe poi altro seguito. Il 26 agosto 1664 l’arcivescovo comparve in compagnia di funzionari civili e di alcuni armati; dalle carrozze che lo accom 1 In Cousin 319-328. Cfr. Arnauld, Œuvra XXIII 319; [Dumas] II 60,6-- * « J’adinire la subtilité de l’esprit et je vous avoue qu’il n’y a rien (1>* mieux fait que le mandement etc. ». Cousin 323. * « Puisque les évêques ont des courages de filles, les filles doivent avoir de* courages d’évêques » (ivi 324 s.). Deprezzamento delle costituzioni papali, ivi 325. o Mais peut-être on nous retranchera de l'Eglise? Mais qui ne sait que personne n’en peut être retranché malgré soif » (ivi 321). * Ivi, 322. Essa vuole evitare ogni parvenza, « que nous condamnons U doctrine de Jansénius qui est clairement condamnée dans la dernière bulli': o que nous condamnons ou la grâce de Jésus-Christ ou celui qui l'a si divinement expliquée » (ivi 324-327). 5 Ivi 320 ss. 6 Ivi 328. 7 Riprodotta in Abnauld, Œuvres XXIII 329 s. Cfr. Rapi* IH -l>4' 8 Rapin III 256 s. 8 Arnauld, Apologie ¡tour les religieuses de Port-Royal I 13, in 'I '1' l'res XXIII 259 s.