Le Nomine di cardinali 143 no Vili aveva tenuto per quattr’anni in modo degnissimo la nunziatura di Colonia,1 e poi lavorato magnificamente nella sua diocesi di Tricarico; il genovese Orazio Giustiniani, prima vescovo di Montalto, poi di Nocera, un amico particolare degli Ora-toriani; Alderano Cibo della casa dei principi di Massa Carrara,* maggiordomo di Innocenzo X; il romano Federico Sforza e Benedetto Odescalchi da Como. La nomina di Francesco Marii* Farnese, riservato in petto, venne resa pubblica il 14 dicembre 1045. Le vecchie relazioni del papa con la Polonia - di cui era stato da cardinale protettore - spiegano la nomina avvenuta il 28 marzo 1646 di Giovanni Casimiro, figlio del re Sigismondo III, il quale però il 6 luglio 1648, dovette deporre la porpora in seguito alla sua nomina a re di Polonia.3 Una grande elezione di cardinali si ebbe di nuovo il 7 ottobre 1647. Fu allora che dopo lunghe premure il Mazzarino ottenne finalmente il cappello rosso per suo fratello Michele, dal 1645 arcivescovo di Aix.4 Gli Spagnuoli vi avevano lavorato contro fino all’ultimo, ma invano; essi ottennero soltanto che Innocenzo nominasse un candidato gradito al loro monarca, Antonio d’Ara-gona, che in tanto però riservò in petto5. Degli altri che furono allora chiamati nel Sacro Collegio solo il romano Francesco Savelli e il veneziano Cristoforo Vidman potevano venir considerati come partigiani della Casa di Absburgo; gli altri erano politicamente neutri: cosi Francesco Cherubini, già uditore di Innocenzo X durante le sue nunziature in Napoli e Madrid,6 il genovese Lorenzo Raggi e il giovane Francesco Maidalchini. Della chiamata nel Sacro Collegio di Camillo Astalli, avvenuta il li) settembre 1650, abbiamo già parlato.7 Tutte queste nomine però non bastavano a riempire le lacune nel supremo senato della Chiesa, poiché della nomina di Innocenzo X fino al principio del 1652 erano morti non meno di 20 cardinali.8 1 Cfr., la presente Opera, voi. XIII pag. 348 ss. * Cfr. L. Mussi, Il Cardinal AIderano dei principi Cibo-Malaspina, Massa 1913; E. Jovr, Les archives du card. A. Cibo à Massa, Parigi 1918. 3 Vedi Theiner, Mon Poi. Ili 439 s., 457; Ciaconius IV 678; Appendix a Ciaconius 26 s. Cfr. Palla vicino I 293; Darowski nella rivista Przegl'id polski 1897, II III; vedi anche Lammer, Zur Kirchenoesch. 150 s. * Cfr. sopra, pag. 50 s. 5 Pubblicato il 14 marzo 1650. * Giustiniani chiama Cherubini « un angelo di bontà ». Berchet II 157. 7 Cfr. sopra, pag. 32. 9 Morirono nel 1645; F. de la Rochefoucauld, P. P. Crescenzi, Fr. Cennini. G. Borgia; nel 1646: Valen^ay, D. Spinola, A. Barberini; nel 1647: Fr. M. Farnese, nel 1648 : M. Mazzarino e L. Falconieri (sull’iscrizione sepolcrale ■li quest’ultimo vedi Forcella VII, 39; nel 1649: A. Spinola, D. Giustiniani ed Egidio Albornoz; nel 1650: G. Mattei, M. Teodoli, C. Monti e Ant. di Aragona; nel 1651: Panciroli e C. Rocci; nel 1652 (20 gennaio): G. Verospi (vedi Cia-