5 suoi principi, Luigi doveva diventare « il suo più acerrimo nemico », la cui opera era più pericolosa che la stessa aperta violenza.1 L’assolutismo tende dappertutto a sottomettere anche la sfera religiosa-spirituale; tali tendenze erano in Francia più ovvie, in quanto colà si faceva valere sempre più la dottrina del gallicanismo. Anche la Spagna aveva il suo cesaropapismo, ma qui esso derivava i suoi diritti da concessioni della Sede romana ed era stato esercitato da Filippo II, perchè nella preveduta decadenza della Curia romana egli aveva creduto di doversi sostituire ad essa nella cura per la Chiesa cattolica.2 Ben diverso è il gallicanismo francese. Ovunque cerchi una motivazione teorica, essa non si appoggia su privilegi papali, ma presume di attenersi alle condizioni primitive della Chiesa antica; secondo la concezione gallicana, la Sede romana aveva a poco a poco sottoposto al suo giogo tutti gli altri popoli, solo la Francia conservava lo stato di c ose che attorno al sesto secolo era comune a tutta la cristianità ;3 in tal modo la vera Chiesa cattolica si trovava soltanto entro i confini della vecchia Gallia. Partendo da tali concezioni si comprende il contegno di Luigi XIV contro il papa. Egli vede in lui non il padre comune della cristianità, ma un potere nemico che vuole ingerirsi nei suoi diritti. Egli riconosce il primato del papa sul terreno puramente religioso, ma circoscrive il « puramente religioso » in limiti assai ristretti, e ritenendosi autorizzato a combattere tutto quello che esula da essi come ingiustificate pretenzioni romane. Di qui, sotto Alessandro VII e Innocenzo XI, un atteggi amento di fronte al papa, come se si trattasse di difendersi da un nemico del regno, che non si può mai rintuzzare abbastanza. La tendenza all’assoluta autocrazia degli Stati trovò volonterosa risonanza in tutte le altre piccole e grandi corti d’Europa, specialmente dopo che, in seguito alla pace di Utrecht e alla guerra di successione spagnuola, che fu la grande guerra civile fra i cattolici, salirono a cresciuta importanza le potenze protestanti dell’Inghilterra, dell’Olanda e della Prussia. La politica diventa nettamente laica, i riguardi al diritto e alla giustizia passano sempre più in seconda linea, e quasi totalmente eliminato è l’influsso del papa. Alla conclusione della pace dei Pirenei e a quella di Monzón nessun delegato papale fu presente. Esso ricompare ancora una volta nei Congressi di Aquisgrana e di Nimega; ma poi i potentati credono di potere rinunciare alla mediazione papale.4 Roma ha cessato ili essere il centro della politica europea, 1 0. Klopp, Fall des Haufes Stuart I 346; X 200. * Cfr. P. Leturia in Estudios eclesiásticos, gennaio 1929, 106-114. a Phillips, Kirchenrecht III, Katisbona 1848, 339 ss. * Nella pace di Utrecht, Passionei è solo agente papale e al congresso di Cambrai assistette un delegato papale solo perchè imposto da Dubois.