La nuova bolla di Alessandro VII. 455 Ypres viene di nuovo proibito, i giansenisti nel documento 1 v engono chiamati « perturbatori della pubblica quiete » e « figli dell’ingiustizia ». Il Papa rileva che egli personalmente come cardinale Chigi aveva assistito alle discussioni sulle cinque proposizioni e che l’indagine era stata condotta con un’accuratezza che non si poteva desiderare maggiore. Il nunzio Bagno che nella primavera del 1656 aveva di sua iiriziativa domandato il suo richiamo,2 ricevette con lettera del 16 ottobre 1656 la notizia che il senese Celio Piccolomini arcivescovo di Cesarea lo avrebbe sostituito come nunzio straordinario.3 Piccolomini trovò che lo stato d’animo era favorevole alla pubblicazione della bolla papale. Il Mazzarino la desiderava, parecchi vescovi gli dissero che essa non poteva venire più. a proposito.4 11 re e la regina madre promisero il loro aiuto per la sua esecuzione.5 ìfell’assemblea del clero essa venne ascoltata con plauso, tutti i vescovi presenti a Parigi dovevano venir convocati per renderne più solenne la accettazione.8 Anche la Sorbona si sottomise alla bolla.7 Ma tutto questo significava soltanto che si accettavano con obbedienza le dichiarazioni papali, fino a tanto che toccavano il terreno della fede. Appena che il papa voleva comunque intervenire nella situazione, subito si ridestava in modo fatale la sensibilità gallicana. Così restava ancora sempre sospesa la vertenza mulgare una bolla conflrmatoria di quella di Innocenzo X intorno alle cinque proposizioni e di già n’è stesa la minuta, ma andava differendone la publica-zione per attendere di farla opportunamente » (Nunziat. di Francia 111, A r c h i-v i o segreto pontificio). Il 7 agosto è detto nuovamente che alcuni zelanti » esigono la bolla; Bagno voglia dare il suo parere, se non si debba attendere l’arrivo di Hallier o se non debba uscire dopo lo scioglimento dell’assemblea del clero (ivi). Secondo la * lettera al nunzio del 20 agosto 1657 (ivi HI A) il confessore regio Annat insisteva molto sulla bolla «poiché con essa si sarebbe totalmente abbattuta la dannata dottrina e rintuzzato l’ardire dei suoi seguaci ». 1 Del 16 ottobre 1655, in [Dumas] I 130 ss.; Ball. XVI 243. 2 * Bagno il 17 marzo e 7 aprile 1656, Nunziat. di Francia 111, loc. cit. 3 * Ivi, Gérin I 154, n. 2. 4 * Piccolomini il 9 marzo 1657, Nunziat. di Francia 110 A, loc. cit. •loisel scrisse a Rondanini il 16 marzo 1657, ch’essa era stata accolta con entusiasmo (Annales de St.-Louis X [1905] 322). 5 « * Non poteva in dette \I \f*il desiderar maggiore e migliore disposizione... -Mi offersero la loro assistenza, e la Regina mi disse di più, ch’era gran tempo, thè haveva desiderata questa confermazione, conoscendo il beneficio che da essa resulterà» (Piccolomini 13 marzo 1657, Nunziat. di Francia loc.(cit.). 11 * Gratissime risposte [nell’udienza del 26 marzo], e particolarmente nella Regina trovai ogni desiderabile prontezza, havendomi S. il. replicato più 'olte che a tutto si sarebbe dato buon ordine » (Piccolomini 30 marzo 1657, ivi). 6 * Piccolomini il 15 marzo 1657, ivi. 7 Gerberon II 343 s.