358 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo II. ricevette con molta riserva.1 Anche del resto la situazione della regina si presentava disagevole specialmente nei riguardi finanziari, poiché ora l’appannaggio della Svezia cominciò a non arrivare affatto. Il segretario di Cristina, Davison, un convertito che essa spedì in Svezia per far valere i suoi diritti, non venne ammesso da Carlo Gustavo, che era uomo di rigidi sentimenti luterani. Umiliazione, forse ancor maggiore per Cristina, fu quella di dover impegnare per vivere le sue argenterie ed altre cose preziose ed alla fine perfino il suo mantello d’incoronazione. Ma con tutto ciò non si rimediava alla scarsezza di danaro, perchè il suo maggiordomo Francesco Maria Santinelli, che faceva tutti questi affari, era una canaglia raffinata. Colla sua relazione amorosa con la vedova duchessa di Ceri creò, inoltre, alla regina dei dissapori col Papa.® Già prima Alessandro VII si era urtato perchè Cristina dopo il suo ritorno si era piantata proprio di fronte alla residenza papale del Quirinale, cioè nel palazzo Mazzarino, ora Rospigliosi, per lavorare di là, attorniata da emigranti napoletani, per il suo progetto del regno di Napoli. Siccome il Papa non voleva guastarsi con la Spagna, egli proibì qualsiasi arruolamento di soldati, pena la morte, anzi temendo dei torbidi o addirittura un colpo di mano, ordinò delle misure preventive militari. Cristina si sfogò per questo con osservazioni drasticamente sarcastiche, ma di fatto, dinanzi al Papa che faceva sul serio, battè in ritirata. Essa sciolse la sua guardia del corpo, non favorì più a lungo il matrimonio del Santinelli, ed alla fine, rinunciò anche al suo progetto napolitano che aveva ingoiato tanti quattrini.3 Fu il cardinale Azzolini che fece il mediatore per ristabilire i buoni rapporti con Alessandro VI I. Molto vi contribuì anche il fatto che Cristina mostrò grande zelo per il progetto per una lega contro i Turchi e cessò di abitare nel palazzo Mazzarino. Nel luglio 1659 essa occupò il palazzo Kiario. situato al di là del Tevere, ora palazzo Corsini, e là fece ora venire la sua biblioteca assieme alla collezione dei suoi quadri e ai suoi mobili che erano stati depositati in Anversa.* Altro merito di Azzolini fu rii avere smascherato e fatto cadere il Santinelli. D’ora in poi egli guadagnò la piena fiducia di Cristina e raggiunse sull’animo di lei un crescente influsso, che si dimostrò molto salutare. All’iniziativa del cardinale si deve se 1 Vedi le * ifote «li G. Pelaehi nel Fai. 8414, Biblioteca Nati-e a li a . Cfr. * l'lwi«o del 25 maggio 1658. Archivio segreto pontificio. * Vedi Palla vicino II 234 Bildt, Christine 83 ss., 86. * Vedi Bildt 88 ss., 91. 4 Vedi * V Avviso del 12 luglio 1659. Archivio segreto ponti f i c i o; Claretta 137 ss., 145 ss., Bildt 33 ss. Cfr. anche Bildt, Svelisi" Minnen 100 s.