96 Innocenzo X. 1644—1655. Capitolo III. Verden, Meissen, Isaumburg, Merseburg, Lebus, Brandenburg, Havelberg, Minden, Kammin, Schwerin e Ratzeburg, le abbazie di Hirschfeld, Walkenried, Gandersheim, Quedlinburg, Herford e Gernrode. Di fronte a queste enormi perdite che ora vennero legalmente riconosciute nel trattato di pace, il papa e il suo rappresentante avrebbero mancato al loro dovere se avessero taciuto. Il fatto che Chigi si era astenuto dalle trattative decisive 1 e le proteste elevate da circa 20 « Stati » cattolici2 non bastavano. Perciò il Chigi, in previsione di quello che doveva avvenire, aveva fin da principio abbozzato contro ogni danneggiamento della Chiesa e dei suoi diritti una protesta generica,3 per la cui forma definitiva Roma si rimetteva al suo parere.4 Ancora prima della chiusura delle trattative, il 14 ottobre 1648, egli elevò solenne protesta e la ripetè il 26 ottobre.5 In essa il nunzio chiamava a testimoni gli ambasciatori delle potenze cattoliche, specialmente il Contarmi, perchè confermassero che egli, onde non attribuire alcuna validità alle trattative con la sua presenza, si era più volte ad esse sottratto e non aveva concesso la sua firma. 1 Vedi la * Relazione cifrata del Chigi del 20 ottobre 1648, loc. cit. a Cfr. Israel, Adami 81; Wldmann, Salzburg 297 8. Chigi avrebbe desiderato che anche i cattolici si astenessero del tutto dal firmare. Così rac-conta egli stesso nella sua* Relazione cifrata del 16 ottobre 1648. Il 30 ottobre scriveva a Roma; « Quanto a questa soscrittione, io nel male godo che tanti buoni cattolici habbiano protestato, i quali saranno forse due dozzine. Ho obligatione a Monsignore vescovo d’Osnaburgh, che ha tenuto saldo, e a quei di Trento e di Brissenone, che son dependuti da me espressamente. Ancora l’arciduca Leopoldo per quello di Argentina e di Alberstat, ha rimesso il suo agente al consiglio di Mgr. vescovo d’Osnaburgh, et con questo ha fatto le sue proteste, le quali tutte si può sperare in Dio che gioveranno in qualche tempo.....». Chig., Biblioteca Vaticana. 3 Cfr. sopra pag. * Cfr. Pallavicino I 137. Cfr. Brom III 451, 456. 5 Le due proteste sono stampate in Con ri no, De pace perpetua, Helrn-stadii 1657, 116 ss.; De pace civili, ivi 1677, 371 ss., la protesta del 26 ottobre 1648, in italiano in Palla vicino I 138 s., in latino in Brom III 448 s., e prima già in PolLidorus, Vita F. Chisii, in N. Raccolta d'opusc. scientifici IV, Venezia 1758, 315 s. Il 16 ottobre 1648 (decif. 6 nov.) Chigi riferiva a Roma; * « Publicandosi assai chiaramente i pregiuditii fatti alla religion cattolica dagli Stati cattolici in Osnaburgh, sotto la guida del Magontino e del Bavaro, ho stimato bene far nuova protesta con solenne istromento nella forma, che rappresenterà la copia autentica che mando, riserbandomi a farne altra, se quà ancora siano i medesimi ratificati o soscritti, come par che siano pronti a fare». Il 30 ottobre scrive egli: «*Mando i fogli, co quali mando anco la nuova protestazione che ho stimato bene reiterare per altro pubblico instrumento ch’è l'unico rimedio, che dopo ogni opera adoperata, perchè non seguano i pregiuditii alla s. religione, potiamo adoperare con gli huomini che per preservare la ragione e per consolare in parte il zelo sanctissimo di S. B»«, già che per altro non potrà godere intiero di questa pace.....». Paci 24, Archivio segreto pontificio.