86 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo III. nabile per il cattivo esempio. Nei suoi tentativi (li dissuasione, rivolti direttamente al Trauttmannsdorff, il nunzio disse che il mercanteggiare coi vescovadi era un’infamia e ch’era come se l’imperatore per paura degli Svedesi rinnegasse la sua fede.1 Quando Trauttmannsdorff e i Francesi promisero di salvare almeno i vescovadi di Osnabrück e Minden, il nunzio, esattamente informato dal Wartenberg, sapeva oramai qual conto fare di tali consolazioni.2 La situazione per i cattolici peggiorò, quando alle trattative cominciate in Osnabrück il 7 gennaio 1647 non solo i cattolici dovettero cedere il posto agli Imperiali, ma anche i delegati protestanti cedettero il posto agli Svedesi, i quali assunsero la direzione dei negoziati, tenendosi in stretto contatto con un comitato di protestanti. Chigi aveva indotto i deputati cattolici intransigenti a recarsi a Osnabrück, onde trattenere gli Imperiali dal fare concessioni.3 Egli rimase in continuo contatto4 con loro, mediante Wartenberg, ma ben presto fu informato che essi avevano raggiunto così poco che alla line amareggiati abbandonarono la città. Infatti gli Svedesi il 0 marzo chiesero di nuovo l’abbandono senza eccezioni di tutti i beni ecclesiastici che nel 1624 erano in mano ai protestanti, e rimasero inesorabilmente fermi a questa pretesa.5 Anche Trauttmannsdorff mantenne il punto di vista che i progressi delle armi francesi e svedesi lo costringevano a cedere contro la sua volontà e si richiamò al fatto che Colonia e la Baviera coi loro trattati di neutralità avevano lasciato in asso l’imperatore.® Il principe elettore Massimiliano di Baviera credeva con l’armistizio da lui concluso con gli Svedesi in Ulma, il 14 marzo, d’aver facilitata la pace, ma in realtà questo trattato la rendeva più remota, perchè ora gli Svedesi e i protestanti aumentarono le loro pretese all’infinito.7 Adesso essi confidavano di strappare all’imperatore anche la libertà di culto per i novatori nei paesi imperiali ereditari, cioè la cosiddetta autonomia, con la quale, come si espresse l’ambasciatore svedese Salvius, si sarebbero a poco a poco corrose le radici della potenza austriaca.8 Questo pericolo politico non sfuggì nemmeno al Trauttmannsdorff; egli dichiarò che a un trattato sif- 1 Vedi la * Relazione cifrata del Chigi del 18 gennaio 1647. Paci 21, Archivio segreto pontificio. 8 Vedi la * Relazione cifrata del Chigi dell’8 febbraio 1647 ivi. 5 Cfr. la * Relazione cifrata del Chigi del 18 gennaio 1647, ivi. 4 Cfr. la * Relazione cifrata del Chigi dell’8 marzo 1647, ivi. s Vedi Ritter, loc. cit., 263; cfr. Israel, Adami 57 s. * Cfr. la* Relazione cifrata del Chigi deU'8 marzo 1647, Paci 21, loc. cit. ’ Vedi Steimberger 98 s. 8 Vedi Odhner, Die Politik Schweden« im westfäl. Friedenscongress Gotha 1877, 203 nota.