Revoca parziale fatta dai quattro vescovi. 225 situazione. Il 26 marzo Aubusson di Embrim presentò il suo rapporto.. Si tratta, egli disse, solo della questione se le cinque proposizioni provengano da Giansenio e siano condannate nel senso di Giansenio: ad entrambe le questioni devesi rispondere affermi»! ivamente.1 Da parte dei vescovi di Beauvais e Conuningcns vennero mosse delle obbiezioni e specialmente si accalorò Goiulrin di Sens, che il 28 marzo parlò per due ore per Agostino di Ippona e .fistino di Ypres, la cui dottrina non si dovrebbe condannare, la conferenza però non si lasciò scuotere da tali argomentazioni. I na lettera al papa abbozzata dal De Marca dice senza ambagi < he ci si erano riuniti per dichiarare, vedendo «li fronte l’abuso che «i fa «Iella decisione apostolica, che le cinque proposizioni appartenevano a Giansenio ed erano state condannato dal papa nel suo •••liso.1 Una circolare ai vescovi francesi, formulata da Lescot «li • hartres,* ripete questa dichiarazione; che la costituzione era più «he mai chiara, bastava leggerla per apprezzare le vuote scapitatili«- degli avversari. Con ciò, per la prima volta d«>po il concilio <1; Itasilea, i francesi avevano solennemente dichiarato che il papa, etiche senza il concilio, può emanare impegnative decisioni di fo*le.4 È strano che entrambi gli scritti «lei 28 marzo portino anche I«* tirine dell’arcivescovo Gondrin di Sens, dei v«5seovi Choiseul «li Oomminges e Choart di Beauvais.* Gondrin e Choiseul dichiararono però il !t aprile che «»ssi avevano sottoscritto, solo per amore della pace e che volevano salvaguardata la fatua di sant’Agostino.' Il giorno dopo giurarono «li nuovo non essere stato loro proposito di mancare in ch«*cch<«isia contro la debita riverenza alla Santa Se