La letteratura giansenistica. 167 per Giansenio.1 In essi Giansenio viene esaltato come un santo. Secondo l’Arnauld egli era « la luce dei sapienti, lo specchio dei vescovi, un maestro della pietà; egli comparve come un angelo sulla terra, il cui spirito dimorava nel cielo e che guardava solo a Dio e trovava la sua quiete soltanto nell’amore per l’altissima e immutabile verità. In lui si vedeva la mortificazione del religioso, la serietà del dotto, il coraggio del vescovo e la sua ardente carità lo faceva padre dei poveri e rifugio degli oppressi ». I Paesi Bassi lo venerano come un. « Agostino ritornato dal cielo » e in Francia la sua « santa dottrina » porta, nonostante tutti i nemici, ,« meravigliosi frutti ».2 Colla stessa retorica viene invece demolito Habert. Anche adesso Arnauld considera la bolla di Urbano Vili come spuria.3 Nel difendere Giansenio contro l’accusa di eresia, egli parte dal principio, trattarsi non di vedere se queste dottrine erano state ripudiate dalla bolla contro Baio o dal concilio di Trento, ma di sapere se esse erano insegnate da Agostino.4 Con ciò è pronunciata chiaramente l’apostasia dal pensiero cattolico: I discepoli di sant’Agostino » si considerarono autorizzati a seguire senz’altro le opinioni di Agostino, per il solo fatto che esse sono insegnate da lui. Vero è che questi libri non esercitavano un influsso immediato sulle masse, ma con l’eleganza del loro francese e con lo splendore della loro retorica riuscirono ad entusiasmare per la nuova dottrina della grazia i circoli dell’alta società.5 È noto qual parte nella vita spirituale della Francia avessero già allora i salotti di Parigi e il preziosismo delle dame dell’alta ■società. Fu appunto questi salotti che Arnauld conquistò alla nuova dottrina, come altrettanti fari, dai quali essa irradiava poi su zone più vaste. Se già prima colà non si parlava « d’altro che di sant’Agostino » 6 tanto più ora, dopo la comparsa dei nuovi libri di Arnauld. Signori della corte e dame di mondo davano con fare di conoscitori il loro giudizio sulla grazia e sulla predeterminazione, si dibattevano coi concili di Arles e Orange, esaltavano Agostino e condannavano Molina. Il giansenismo divenne la moda dei circoli del buon tono; se si voleva passare per uomo di spirito bisognava dichiararsi per Giansenio, e si veniva riconosciuti come * Ivi 39-312; XVII 1-637. s Arnauld, Œuvres XVI 56, 59 s. * Ivi XVII 64 s. 4 Ivi 87 s; Denzinger, Ench. symb.1' (1928) n. 1320. 5 Rapin, Mém. I 95. * «On ne parloit que de saint Augustin dans les ruelles» (Rapin I 62). Sul senso di « ruelles ■> cfr. Kreiten in Stimmen aus Maria-Laach XXIV <1884) 432.