144 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo IV. Il 19 febbraio 1652 Innocenzo X cercò perciò di reintegrare il Sacro Collegio con un’altra grande nomina.1 Fra questi nuovi membri del Sacro Collegio, alcuni forestieri dovettero questo onore ¡1 riguardi per le grandi potenze cattoliche. Della raccomandazione della Francia e della Spagna si tenne conto nella concessione della porpora all’arcivescovo di Parigi Gondi e al domenicano spagnuolo Domenico Pimentel, il cui sepolcro eseguito su disegno del Bernini si trova nella chiesa della Minerva in Roma.2 L’imperatore aveva raggiunto hi nomina del langravio Federico d’Assia, un pronipote di quel Filippo che aveva inaugurato lo scisma religioso nella sua terra.3 Gli altri sette cardinali erano italiani. Tra loro s’elevavano ben alto sopra tutti gli altri il segretario di Stato Chigi, e l’uditore »li rota Pietro Ottoboni; il primo salì il trono »li S. Pietro col nome di Alessandro VII, il secondo con quello di Alessandro Vili. Nell’amministrazione dello Stato pontificio s’erano distinti Gian Girolamo Lomellini, Luigi Alessandro Omodei e Marcello Santacroce. Come giureconsulto, ma anche per la santità della sua vita, si distingueva Iacobo Corrado da Ferrara.4 Baccio Aldobrandini dovette la sua elevazione alla parentela con Olimpia Aldobrandini. Due nomine in petto vennero rese pubbliche il 2 marzo 1654; erano il genovese Lorenzo Imperiali, che aveva costretto l’insorta Fermo a capitolare e poi era divenuto governatore di Roma, e Gilberto Borromeo, segretario della Consulta. Già prima, il 23 giugno 1653,5 il papa, per suggellare la CONius IV 706 ove sono anche i nomi