170 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo V. La diffusione della nuova setta venne potentemente favorita anche dai torbidi della Fronda. L’attenzione del governo era allora rivolta ad altro e i « discepoli di sant’Agostino » avevano perciò mano libera.1 Del resto la lotta contro la corte era ben gradita al partito, perchè la regina Anna era sua avversaria e Mazzarino non gli era per lo meno amico.2 Il coadiutore dell’arcivescovo di Parigi, che fu più tardi il cardinale Retz, così profondamente implicato nelle mene (.Iella Fronda, inclinava, anche per ragioni politiche, verso i giansenisti; essi dunque appoggiarono lui ed i suoi amici colle loro influenze e coi notevoli mezzi finanziari che a loro affluivano da parte dei propri fautori;3 la regina Anna disse più tardi che i giansenisti si erano così distinti per il loro zelo, che la guerra in un certo senso era opera loro e il re doveva una volta ricordarsene; a corte, anzi, i torbidi della Fronda venivano chiamati la guerra dei giansenisti.4 Specialmente Duhamel, il parroco giansenista di Saint-Merry, si distinse per l’appoggio da lui dato alla Fronda.5 La nuova dottrina prese piede a poco a poco anche fuori della capitale. Fin dal tempo di Urbano VIII essa venne predicata in Amiens, ove Port-Royal, su preghiera del vescovo Caumartin, mandò due ex-gesuiti, Labadie e Dabert. Il loro giansenismo però destò tale confusione nella città che ai due arrivati dovette venir proibito di salire sul pulpito. Ora Labadie incominciò un’agitata vita di avventure. In Bazas egli predicò di nuovo con l’approvazione del vescovo, in senso giansenista, a Tolosa per innumerevoli eccessi commessi in un convento di monache, sfuggì a fatica al rogo, a Montalbano divenne ugonotto e scrisse un libro per dimostrare che Giansenio e Calvino insegnavano la stessa dottrina. Morì in Altona nel 1674 come fondatore di una comunità separata di carattere utopista e comunista, dopo essere stato bandito, assieme alla sua comunità, dall’Olanda e dalla Germania.6 Nel 1650 il giansenismo era diffuso in quasi tutte le provincie della Francia.7 Fra le congregazioni religiose francesi era special- 1 Rapin I 248. 1 Ivi 237. 8 Ivi 268. « J’ai ouï dire au prince de Conty, au même temps qu’il fut fait généralissime des troupes de Paris, qu’il avoit grande obligation aux Jansénistes, lesquels, pour soutenir le party opposé à la cour et au roy, venoient tous les jours luy offrir leurs suffrages et les bourses de leurs amis pour entretenir la guerre. » Ivi, 246. * Ivi, 271. * Ivi 265, 277. * Rapin I 50; De Meter 322 ss.; Goebel-Frank in Herzog-Haucks Realenzyklop. XI3 191s«. 7 Rapin I 309 s. Sul giansenismo in Marsiglia vedi ivi 228 e più sotto pag. 167 s.. in Guyenne e a Bordeaux, pag. 291, 339, nei dintorni di Blois pag. 338 (cfr. 130), in Angers 340, in Beauvais 344, in Auvergne 346, in Sens 448, in Amiens 527. Negli * Excerpta ex actis «. Officii 1653-1656 f. 896 la * lettera