112 Innocenzo X. 1644r-1655. Capitolo III. per gli Inglesi all’estero.1 Ancora 10 anni più tardi, nell’anno di morte di Innocenzo X, si apprende da un rapporto dei Gesuiti del Lancashire e del Staffordshire che non si può più contare sul ricavato delle elemosine, dati i tempi cattivi e perchè i patrimoni dei cattolici sono andati in rovina.2 I fedeli tuttavia, così vanta un altro di questi rapporti, nonostante tutte le inumane devastazioni fatte dagli eretici e la perfida distruzione dei loro patrimoni, non si lasciano distorre dall’adempiere fedelissimamente i doveri verso Dio e verso i suoi ministri.3 Il collegio di Saint Omer1 contava nell’anno 1653 ancora 126 scolari, per lo più delle migliori famiglie: « tanto poco, nonostante la tristezza dei tempi, si lasciano distorre i cattolici inglesi dal provvedere alla migliore educazione dei loro figliuoli ». Intanto nelle file dei protestanti il frazionamento religioso assunse le forme più allarmanti. « In questi tempi senza legge, scriveva Baillie nel 1643, la disunione del popolo aumenta, settimana per settimana. Il partito degli indipendenti aumenta, quello degli anabattisti ancora più e quello degli antinomiani più di tutti ».5 Una pubblicazione di quel tempo nomina le seguenti sette contemporanee; indipendenti, brownisti, millenari, antmomiani, anabattisti, arminiani, libertini, familisti, entusiasti, cercatori, per-fettisti, aociniani, ariani, antitrinitari, antiscritturisti, scettici. • L’ambasciatore veneziano Giovanni Giustiniani dichiarava già nel 16417 che la confusione religiosa oramai non poteva più aumentare; gente della feccia del popolo e perfino donne predicavano dai pulpiti; ci sono, egli scrive, tante religioni quante teste, e ogni opinione è tollerata, purché non sia la cattolica. Doveva per ciò affiorare il pensiero di una tolleranza generale;8 ma è caratteristico che perfino una pubblicazione che nell’esigere la libertà di culto va più avanti che qualsiasi altra, ne vuole tuttavia esclusi i cattolici e precisamente per la ragione che essi sono servi degli idoli; però si dovrebbe loro rimettere le pene per la non frequenza del servizio divino anglicano.9 Fra tutti i difensori d’allora della cosidetta libertà di coscienza, Geremia Taylor è l’unico che conceda ai cattolici una tolleranza, a dir vero non del tutto iucondi- 1 Foley VII l, cxLin s. 2 Ivi cxLvn. 3 Ivi * Jahresbericht ivi, 1169. 5 Gardiner, Civil War I 314. 8 Lingard X 192 nota. 7 Ivi Brosch, Cromwell 211. 8 A. D. Meyer, Der Toleranzgedanke im England der Stuarts: Hist. Zeitschr. -CVIII (1912) 254-294.; Gardiner I 324-344, III 136-140. * Così l’autore di Liberty of conscience or the sole means to obtain peace and truth, in Gardiner I 342.