Il vescovo di Gand per Giansenio. 34.% ti. Frattanto si era creata di nuovo un’altra complicazione che andava preparandosi già da alcuni anni. Quando nel 1647 giunse l'ordine pressante di Filippo IV di pubblicare la Bolla, Roose andando in cerca di pretesti per tirare in lungo le cose, scrisse ai vescovi di volere indicare i motivi per i quali finora non avevano ob-l>**dito agli ordini reali.1 Il vescovo di Gand, Antonio di Triest, rispose in una lunga lettera del 20 marzo 1647.* Egli dichiara «li non aver pubblicato la Bolla di Urbano Vili perchè essa era stata estorta ed era ingiusta verso Giansenio e la pubblicazione poteva «ausare soltanto confusione. Nelle sue dichiarazioni, della Bolla non rimane pressapoco nulla di buono. Secondo lui è falso «pianto essa afferma che Giansenio contro la proibizione romana rinnovi la disputa intorno alla grazia svoltasi sotto Clemente Vili. Egli «•spone soltanto le dottrine di Agostino e quella proibizione non è pubblicata e non venne osservata. Secondo il vescovo è la « più nera calunnia del mondo » che Giansenio ripresenti le proposizioni «li Baio; piuttosto il suo libro dovrebbe venir coronato d’alloro, perchè dimostra la concordanza della Santa Sede con Agostino. Non Giansenio provoca scandalo, ma i suoi avversari. Il vescovo di Ypres viene poi lodato «come fedele cittadino, uomo di grande capere e di vita integerrima, una gloria dell'università ». Domande 'lei Consiglio Particolare ai vescovi si ripeterono anche più tardi.* I n'ulteriore richiesta del vescovo di Gand,4 provocata «la unii domanda «lei 1° settembre, sostiene presso a poco gli stessi criteri; anche qui Giansenio è l'innocente perseguitato, lo scandalo non ' iene da lui, ma dalle « infami tesi e prediche dei Gesuiti ».* Perei«'* "i voglia non pubblicare la Bolla, ma chiedere dal papa la convenzione di un concilio provinciale. Anche l'arcivescovo Boonen compilò un memoriale per il Re. Esso cont iene uno sguardo storico l'ulle dispute, delle «piali da Clemente Vili fu oggetto la dottrina 1 * * Mendicando pretesti colle lunghezze, in luogo d'ordinare che senza '«■plica zi eseguissero gl'ordini di S. M.. bavera scritto a' prelati di quelle provincie che gl'avisamero le cagioni per le quali non bevessero adempiti gl ordini». Bichi il 30 marzo 1647. Excerpta, loc. cit., Rapi* I 163. 1 Excerpta f. 402 loc. cit. * Scopo della inchiesta era: » affinché havessero campo l'arcivescovo di ialine» e gli altri disobedienti di scrivere, come poi han fatto ». • Summartum !T«di sopra pag. 230. n. 3), al 10 giugno 1647. * Del 28 settembre 1647, Excerpta, l. 103, loc. cit. * « Ex infamibos illi* theaibu* et concionibu» l’atrum Societaria ca de re P*tulanter habitia », Iri.