3H2 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo III. appello ancora una volta alla saggezza e«l alla giustizia del re. Siccome tali documenti non si potevano confutare e si voleva tuttavia una rottura, essi rimasero senza risposta.1 Il 4 settembre lt>t>2 Alessandro VII presentò questi documenti ai cardinali in un concistoro ed espose in un lungo discorso tutto quello che era avvenuto dall’« immane facinus » del 20 agosto tino alla partenza di Créqui. Egli rilevò che si voleva dare a Luigi XIV la più grande soddisfazione possibile colla meritata punizione dei colpevoli. Infine espresse ancora la speranza che la « bontà e giustizia » del Ile francese interpreterebbero l'avvenimento diversamente dai suoi rappresentanti.2 Ma nello stesso tempo altri, oltre Lionne, lavoravano alla corte di Francia per stuzzica h-la suscettibilità e l’orgoglio del re. In ogni maniera si cercò ili persuadere il giovane despota a non prestare alcuna fede al Papa, quando egli contestava la complicità sua e quella di suo fratello Mario. Il pubblicista Vittorio Siri sottopose al re un apposito memoriale sulle lesioni del diritto delle genti, fatte dal Papa, per le quali, nell’interesse del prestigio di sua Maestà, doveva essere data una soddisfazione pubblica e durevole.* Tuttavia parve per un momento che a Parigi si indugiasse a spingere le cose tino all’estremo. Quand’ecco IMI settembre giungere la notizia che Créqui era stato costretto a partire da Roma. Ora Lionne prese completamente il sopravvento.4 Si cominciò con una serie ili passi violenti per umiliare e spaventare il Papa. Un tenente della guardia regia portò al nunzio, confinato a Meaux, l'ordine di abbandonare senza il minimo indugio la Francia. Siccome si temeva che Piccolomim colla pubblicazione dei Previ papali rivelasse il vero stato delle cose, non gli fu nemmeno permesso di ritornare a Parigi per sciogliere la nunziatura, ma venne subito portato al contine della Savoia, come un prigioniero e con la massima rapidità possibile, passando per Lione.5 « Perfino molti francesi, riferisce l’ambasciatore savoiardo il 12 settembre lt>."»2, disapprovano questo atto di violenza».* Créqui pareva non si sentisse sicuro del re e perciò stuzzicava sempre di nuovo Luigi XIV. Giammai, così esponeva, l’occasione era stata tanto 1 Vedi Desmakais 45 s., 70, e appendice 11«. * Vedi *Acta consiat., loc. cit. Biblioteca Vaticana. Cfr. DM-MARAI8, appendice 8. * Vedi la relazione ilei resiliente tioreutino in Francia Marueelli. «lei 1“ settembre 1662 in (’appelli 70. * Vedi la relazione di Marueelli del 12 settembre del 1662, in Cappelli <-• Cfr. il dispaccio di Piccolomini in Gkrin I 349, nota. * Vedi la relazione di Piccolomini del 14 settembre 1662 in GÈltlX 1 349. nota e le relazioni fiorentine in Cappelli 72. * Vedi Cappelli 72.