Il cardinale Gian Giacomo Panciroli Segretario di Stato. esercitò sul vecchio papa è purtroppo una realtà, che danneggiò gravemente il suo prestigio; tutta Roma venne presto a sapere che la parola dell’astuta intrigante aveva presso Innocenzo X, in tutti gli affari non religiosi, grande peso. La nobiltà, gli ambasciatori, i prelati, i cardinali trattavano Olimpia con la massima distinzione e cercavano di amicarsela con ricchi doni, ciò che riusciva loro facilmente, data la grande avidità di Olimpia. Persino alcuni eminentissimi ornavano il loro appartamento col ritratto di Ohmpia. Essa compariva spesso in Vaticano e anche il papa le contracambiava spesso la visita.1 Tratto tratto l’astuta donna faceva mostra di ritirarsi, ma era soltanto per salvare le apparenze. In realtà, specialmente in affari di famiglia, il papa teneva moltissimo al suo consiglio, benché talvolta, testardo com’era, resistesse perfino alle sue preghiere più pressanti.2 Mentre si andava così costituendo questo strano rapporto, Innocenzo X fece un passo importante per lo sviluppo di un’istituzione che col tempo doveva scacciare il nepotismo; nominò, cioè, a Segretario di Stato per la prima volta un cardinale che non apparteneva alla sua parentela. La sua scelta cadde su Giovanni Giacomo Panciroli, che era stato una volta suo uditore presso la nunziatura napoletana e spagnuola e aveva ottenuto la porpora appena nel 1643. Siccome Panciroli era uomo di vivace talento e di formo molto compito, si adattava magnificamente per far l’interprete della pohtica papale. Egli, come pure il datario Cocchini, ricevettero un appartamento nel palazzo papale. Innocenzo X dava ai suoi consigli il massimo peso.3 Accanto a Panciroli, che si era circondato di ottimi segretari,4 sorse un cardinale nepote nella persona di Camillo, figlio di Olimpia.® seconda redazione della Vita del Gualdi, comparsa in Firenze nel 1071. In Francia si fece passare Olimpia per avvelenatrice; vedi Renée, Nièces de Ma-zarin, V. ed. 219. Cfr. anche l’aneddoto in J. Racine, Œuvres complètes, ed. Mesnabd, V, Parigi 1887, 168. Satire romane contro Olimpia in Ciampi 142 ss. Ve n’è una anche nella Biblioteca di S. Gallo; vedi il registro di quei manoscritti 409. 1 Vedi Diario del Deone (Ameyden) e gli * Avvisi nell’Archi vio segreto pontificio; Giov. Giustiniani in Berchet II 102; Palla vicino Alessandro VII I 190. 2 Vedi Ehrle, Spada 5 s.; cfr. E. Rossi, loc. cit., 390. 5 Vedi Ciaconius IV 627; relazioni veneziane presso Berchet II 52, 71. * * « Ha chiamati a se buoni segretari, onde si spera rinoverà quell’antica e buona scuola e dei Feliciani e degli Aguchia». Fr. degli Albizzi a Chigi in data Roma 1644, settembre 5, Cod. A III 55 della Ohig., Biblioteca Vaticana. 5 II titolo non era più come finora «Cardinal Padrone», ma »Cardinale sopra-intendente agl’affari maggiori»; v. Filippo de Rossi «Istoria giornale della corte di Roma scritta negl’anni 1653 e 1654», Vai. 8873, Biblioteca Vaticana. Numerose lettere di felicitazione a Camillo Pamfili in occasione della