196 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo V. Prima ancora che i vescovi filo-giansenisti presentassero rimostranze al nunzio, Arnauld per loro incarico,1 era intervenuto contro il suo antico avversario Habert, con una violenta pubblica zione.2 Habert, così egli dice, non era in grado di rispondere alle due eccellenti apologie di Giansenio che scoprivano la falsità delle sue prediche impressionanti e la compassionevole debolezza dei suoi scritti; così ora ricorre a raggiri e manovre coperte per far firmare segretamente una lettera ad alcuni vescovi ed ingannare il papa, affinchè sotto il nome di Giansenio condanni sant’Agostino.3 Le proposizioni attaccate da Habert sono i pilastri fondamentali della dottrina di sant Agostino, contro la quale nessun papa e nessun concilio possono dichiararsi senza far getto dell’infallibilità della Chiesa, la quale non potrebbe oggi condannare quello che essa ha insegnato da 1200 anni in qua.4 Habert, il servo dei Gesuiti,5 pretende che la Chiesa diventi molinista, affinchè tutta l’Europa veda come un assessore ed alcuni teologi dell’inquisizione siano oggi i giudici e i padroni della dottrina della Chiesa e debbano venire venerati più dei Padri, dei papi e dei concili.6 Il violento scritto non impedì che l’abbozzo di Habert trovasse sottoscrittori sempre più numerosi. Per non lasciare il campo libero ai loro avversari, ora anche i vescovi filo-giansenisti diressero il 14 aprile 1651 un documento al papa7 che portava però soltanto undici firme.8 Il documento, preparato in Port-Royal,9 caratterizzava lo spirito del partito. In fondo esso conteneva solo ammaestramenti per il papa, sul modo come dovesse procedere e minacce appena velate per il caso che non si lasciasse ammaestrare. Le cinque proposizioni - vi si dice - sono messe assieme capricciosamente e compilate equivocamente, cosicché possono rappresentare facesse alcuna dichiarazione sopra li capi controversi.... Si accresce sempre il numero de’ Jansenisti, essendo caduto in quest’errore una gran parte del Parlamento e dell’Universià della Sorbona e de’ molti monasterii et ancora molte persone nobili che seuz’alcun dubbio possono apportare gran danno » Bagno il 28 aprile 1651, Biblioteca Angelica loc. cit., * Arnauld, Œuvres XIX vm. * « Observations sur • la lettre composée par M. l’évèque de Vabres», ivi 43-73. * Ivi 43. * Ivi 56. 6 Ivi 51. * Ivi 70. 7 [Dumas] I 16 ss.; Rapin I 380 ss. * Cioè l’arcivescovo Luigi Enrico de Combrin di Sens, i vescovi Bartolomeo Delbene di Agen, Gilberto de Choiseul di Comminges, Le Béron di Valenza e Delbene di Orléans, Bernardo Despruets di Saint-Papoul, Giovanni Enrico de Salette di Lescar, Felice Vialart di Châlons, Francesco de Caumartin di Amiens, Enrico Arnauld di Angers, Xicolò de Buzenval di Beauvais. * Rapin I 378.