Alessandro VII (1655-1067). Capitolo I. che anch’esse si mescolassero alla folla nelle vie.1 La moglie di Mario, Berenice della Ciaia, l’opposto di Olimpia Maidalchini, era del resto pienamente d’accordo con la severità del papa: essa si occupava soltanto della sua casa e degli esercizi di pietà: avrebbe preferito di ritirarsi completamente a Siena.2 Il nepotismo a cui Alessandro VII nell’ultimo periodo del suo pontificato pagò il suo tributo, proiettò la sua ombra anche sull’amministrazione della giustizia in Roma. Si mosse infatti contro Mario Chigi l’accusa di abusare della sua posizione per arricchire se stesso.3 Un tale esempio doveva avere cattivi effetti. Persino i membri del supremo tribunale della Rota non avevano le mani pulite. Un impiegato di questo dicastero che vi aveva lavorato per ventott’anni consegnò al papa un memoriale circa i disordini ivi introdottisi. Benché Alessandro VII, al principio del suo pon liticato, avesse proibita l’accettazione di doni in questioni di grazia e di giustizia* risulta chiaro però dal memoriale di quell’impiegato che non solo impiegati subalterni e servi, ma anche gli uditori stessi accettavano doni senza riguardo.5 Può meravigliare che nelle provincie subentrassero ancora più fortemente abusi di questa specie nella amministrazione della giustizia e del governo ! Francamente il cardinale Sacchetti poco prima della sua morte, nel 1663, in un memoriale diretto al papa fece delle rimostranze per questi abusi. Caricando al massimo le tinte, egli biasima l’oppres sione dei poveri che sono lasciati senza difesa dinnanzi all'arbitrio dei potenti: la menomazione della giustizia se cardinali, nobili e funzionari di palazzo intervenivano per una delle parti: il ritardo per anni ed anni di affari, che si sarebbero potuti svolgere in un paio «li giorni: le oppressioni, a cui era esposto ognuno, che facesse appello ad una autorità più alta contro una più bassa; la crudele 1 Vedi Basadonha, loc. cit., 236. Cfr. Gérix I 280 ». Il canonico anglicano John Bargrave che conosceva, per averla vinta egli stesso, la Boni;» di Alessandro VII, propalò tuttavia nel suo scritto. Pope Alexander VII «" thè College oj Cartlinals (ed. I. C. Robertson, Londra 1867) le peggiori storielle scandalistiche. Da Ginevra venne iscenata una vera campagna di c»lutt tiie contro la Santa Sede; Alessandro VII intravvide i pericoli di tale campagna. Già il 4 settembre 1655 emanò una * « Cifra circolare a tutti i mini-tri > coll’invito ai nunzi d'intervenire contro le calunnie a danno della Corte romana da parte dei «gazzettanti». Cod. C. Ili 76. Chig., Biblioteca Vaticana. 1 Vedi la testimonianza del Ba8AOONSA in Berchet II 267. * Vedi Berchet II 266. Quanto fosse odiato Mario in Soma, appar'' dopo la sua morte avvenuta il 14 noveiubie 1667; vedi Xeri, CorritponAei>:a di F. Kaogi, loc. cit. 666. 4 Vedi Palla vicino I 412. * « • Disordini che occorrono nel supremo tribunale della Rota » (Bo*"-n. 5404. Biblioteca Vaticana): « Con le male decisioni di quest" tribunale supremo si corrompe la giustitia a tutti gli -altri minori ». Cfr. Rav goni n. 28; Rankk III 76.