Sottomissione delTIrlanda.	131
bre 1640 gli Irlandesi avevano perduto il loro più valido generale, O’Neill.1 Ireton, il successore di Croi inveli, e, dopo la sua morte avvenuta il 2 dicembre 1651, Ludlow, s’impadronirono di una fortezza dopo l’altra e i singoli generali irlandesi si sottomisero quasi tutti entro l’inizio del 1653.2 A questo punto l'Irlanda aveva perduto oltre un terzo dei suoi abitanti, non soltanto sotto il filo della spada, ma forse altrettanti per la mancanza di viveri, sistematicamente voluta,3 poiché gl’inglesi distruggevano nei campi le messi ancora immature: a tale scopo una volta erano state loro mandate
18.000	falci.4
   Oltre la fame e la peste, l’alleato più potente dell’Inghilterra fu la disunione degl’irlandesi. L’unico punto di unione loro rimasto erano i vescovi, ma anche tra questi, col parteggiare per e contro il Rinuccini, s’era fatta largo la discordia. Vero è che a lungo andare i prelati non poterono nascondersi i danni che tale stato di cose recava, e in un’assemblea di Clonmacnoise pubblicarono un manifesto alla nazione,5 annunciando che quindi innanzi regnerebbe fra loro la concordia in tutto quello che riguardava i diritti della Chiesa, e che d’allora in poi intendevano intervenire come un sol uomo per il re e per il loro popolo. Poco prima l’assemblea aveva messo in guardia contro il Cromwell; aver egli in animo niente meno che lo sradicamento della religione cattolica mediante l’assassinio, l’esilio e l’espropriazione dei beni dei cattolici; una deliberazione parlamentare li aveva già spogliati delle loro sostanze, ed ora si trattava soltanto di eseguire tale deliberazione; per considerazioni prudenziali il popolo comune viene per ora ancora risparmiato, ma, compiuta la sottomissione, anche il popolo comune verrebbe tolto di mezzo per favorire i colonizzatori inglesi, e in tal riguardo, il numero degli internati alle Barbadi parlava un linguaggio eloquente.8
   Nessuno meglio dello stesso Cromwell sapeva che questa era senza alcuna esagerazione l’intiera verità. Ma forse appunto per questo egli si decise in una pubblica dichiarazione « a meglio informare il popolo ingannato e sedotto ».7 Secondo la sua versione, gli Inglesi erano pacifici agnelli, venuti in Irlanda per spargere benedizione. Profonda quiete regnava nel paese, finché d’un tratto gli indigeni inferociti si erano precipitati sui loro benefattori, li avevano massacrati e così s’erano fatti colpevoli di tutte le sventure che piombarono poi sull’Irlanda.
    1 Ivi 155>.
    *	Ivi 11^36-63.
     *	Ivi 62.
    4	Bf.llesheim II 532.
 *	Del 13 dicembre 1649, ivi 486; Gardiner, Commonwealth I 162.
     *	Ivi 140, in gennaio 1650, ivi.
    1	BonnJII^21.