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Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo II.
cambierò registro. Anche la regina Anna esclamò indispettita: « Il papa s’inganna se crede di trattare dei gran re, come i piccoli prelati della curia romana ». A Parigi si parlava già di scisma. Grémonville ricevette l’ordine di agire a Poma in modo da incutere paura ed anche al nunzio si fecero degli accenni in tale senso.1
    Dai discorsi, e dalle lettere del Mazzarino in quel periodo trapela tutta la sua rabbia. Molti, così diceva, si facevano un’idea strana della nomina di Innocenzo X; egli finora aveva taciuto e ordinato di tacere; ma se lo si stuzzicava, si finirebbe col pentirsene.2 Nè si limitò a parole. Già il 27 marzo 1646, Grémonville riceveva l’ordine di partire immediatamente per Venezia. Quest’inter razione delle relazioni diplomatiche non significava ancora rottura completa, perchè il nunzio rimaneva a Parigi, e a Roma restavano degli agenti francesi, i quali però avevano da curarsi soltanto di questioni secondarie, non degli affari di Stato. Mazzarino mantenne i contatti con Roma solo in tanto in quanto gli offrivano la possibilità di creare imbarazzi a Innocenzo X.
    Michele Mazzarino venne indennizzato con la nomina alla sede arcivescovile di Aix, divenuta in quel momento vacante, e il papa dovette approvare la nomina.3 Questa vendetta non bastava però al Mazzarino. Ad Innocenzo X egli voleva creare dei nemici nella stessa Roma, e perciò decise di riconciliarsi coi Barberini. Ciò non fu facile, perchè appena costoro s’accorsero che Mazzarino aveva bisogno di loro, cambiarono tono e tentarono di ricevere il massimo possibile, dando il meno che potevano.4 Gli avvenimenti però costrinsero i Barberini ad accettare il potente protettore. Si aggiunga che non erano d’accordo fra loro e non sapevano bene che cosa dovessero fare.5
    L’odio che in Roma s’erano attirati i nepoti di Urbano Vili era così grande che tutti, come riferisce l’ambasciatore estense nell’ottobre 1644, desideravano la loro punizione. I Romani vedevano ora con soddisfazione l’avvilimento di chi era stato una volta così baldanzoso.6 In tali circostanze non fu per loro di poco conforto la notizia che il nuovo papa fosse disposto a perdonarli.7
    Ma dopo aver oscillato a lungo tra speranza e scoramento, i Barberini dovettero infine riconoscere che sarebbero stati chiamati a render conto delle enormi ricchezze che avevano accumulato
     1 Vedi Coville 57 ss.
     a Lettres du card. Maearin, ediz. Citéruel II 131, 135.
    3	COVILLE 60 SS.
     4	Vedi ivi 70 s.
     4	Vedi l’interessante * Relazione di Gualtiero Leslie a Ferdinando III, in data Roma 5 maggio 1645, Archivio di Stato in Vienna.
     ‘ Vedi la * Relazione di F. R. Mantovani del 5 ottobre 1644, Archivio di Stato in Modena.
7	Vedi la * Relazione di Fr. Mantovani del 19 ottobre 1644, ivi.