Conversione del langravio Ernesto di Assia-Rheinfels. 107 regna grande disunione e avvengono giornalmente nuove scissure, dalle quali doveva derivare la totale rovina e lo sfacelo dell’amata patria tedesca. Siccome Giovanni Federico non potè ottenere il chiesto permesso di esercitare privatamente la religione cattolica, dovette decidersi a vivere all’estero.1 Anche il langravio Ernesto di Assia-Rheinfels, il quale era, intellettualmente parlando, il principe più notevole del suo tempo, benché educato in senso strettamente calvinista e tenuto dal suo precettore gelosamente lontano da tutte le impressioni cattoliche, in .seguito alla sua dimora in paesi cattolici s’era sentito scosso nelle sue opinioni avute sin’ora; egli presentò le sue obbiezioni ai teologi Calixt in Helmstedt, Crocius in Marburgo e Haberkom in Giessen e li invitò a disputare su alcuni punti controversi col cappuccino Valeriano Magni. Solo Haberkorn accettò, ma in seguito agli attacchi di Valeriano contro Lutero, troncò la discussione; dopo di che, lietissimo d’aver trovato hell’antica Chiesa una ferma dottrina, di fronte al disorientamento del protestantesimo, Emetto, assieme alla moglie, nel giorno dell’Epifania del 1652 emise la professione di fede cattolica.2 Al papa scrisse che poiché aveva ora pubblicamente confessata quella fede dalla quale si erano allontanati i suoi padri, ora si rivolgeva a quel Signore alla cui fede essi erano mancati. Innocenzo X rispose con un Breve laudativo e con l’esortazione di perseverare in questo proposito.3 La conversione del langravio, il quale accolse i Gesuiti nella contea di Katzenelnbogen, fu quasi per costargli la perdita del suo principato; ciò venne evitato, ma egli perdette però il diritto della sovranità.4 Il nunzio di Vienna Scipione d’Elce era intervenuto vigorosamente per Ernesto.® Tali conversioni non dovevano esercitare un influsso notevole sulla situazione religiosa dell’impero, già perchè colla pace di Vestfalia aveva vigore di norma giuridica per tutto l’impero l’anno 1624. Come annunciava il langravio Ernesto al celebre Luca Ilolste nel febbraio del 1654, le sue premure per ridurre a miglior ragione i predicatori luterani e calvinisti erano state vane, solo Giorgio Calixt lo aveva degnato di una risposta. Ciò malgrado il langravio voleva far comporre dal suo confessore un’opera dal titolo « Esortazione alla fede cattolica », ma era di opinione che la Santa Sede * J. K. Schlegel, Kirehengeseh. von Norddeutttchland III, Suppl. 14; Köcher li 372 s. 2 Cfr. Strieder, Hessische Oelehrt-en-Oeschichte, III, Göttingen 1783, 413»; -Menzel Vili 301 s.; Rommel, Leibniz und Landgraf Ernst von Hessen, 2 vol. Francoforte 1847; RÄss VI 465 s., e particolarmente Kratz loc. cit. * Breve del 17 febbraio 1652, in Friedensburg, Regesten V 98. 4 .Mentz II 205. 5 Vedi le * Osservazioni 188, Biblioteca Vaticana, citate sopra alla n. 9, pag. 101.