('lemonte IX (1667 1669). Capitolo III. Luigi XIV, accettando di entrare in trattative di pace, aveva il secondo fine d’indurre gli Spagnuoli a deporre le armi e così poter schiacciare completamente gl’inermi.1 Allorché il governo spaglinolo rifiutò Liegi o Colonia, perchè troppo vicine a Patigi e troppo lontane da Madrid, e chiese Roma come sede del congresso, Luigi XIV dichiarò, che nella città eterna gli Spagnuoli potrebbero trattare da soli.2 Mentre il re di Francia procrastinava il congresso,3 il suo inviato a Vienna, il signore di Grémonville, uomo privo di scrupoli, comprò l’ambizioso e vano ministro dell’imperatore, l’Auersperg, colla promessa di appoggiare le sue aspirazioni al cardinalato.4 Consigliato da questo ministro infedele, Leopoldo I il 19 gennaio 1668 aderì al progetto di una spartizione eventuale dell’eredità spaglinola: la Spagna, le Indie occidentali, Milano e la Sardegna sarebbero toccate all’imperatore, i Paesi Bassi, la Borgogna. Napoli e Sicilia alla Francia. 5 11 giorno dopo Luigi XIV informava il papa, - per riverenza filiale, come diceva - della sua intenzione d’invadere la Franca Contea, ciò che disporrebbe la Spagna in favore del desiderio di S. Santità per la pace! 6 Nello stesso giorno, in cui le truppe francesi intrapresero questa spedizione di predoni contro una vedova e il suo bambino, il re osò ancora parlare in una lettera a Clemente IX della sua viva aspirazione al ristabilimento della pace ! 7 Il papa frattanto aveva intrapreso un nuovo tentativo per far terminare la guerra, decidendo il 14 gennaio 1668 l’invio di tre nunzi straordinari. Pietro Bargellini, arcivescovo di Tebe, doveva recarsi a Parigi, Federigo Borromeo, patriarca di Alessandria, aveva mostrato nei posti tenuti sin qvii. Nel * Breve a Luigi XIV del 25 ot tobre 16(57 si dice: « Pacificationi fìliorum instante», ut prompta persona sit futuro eongressui nomine Nostro, fr. August. archiep. Trapezuntis in tractu Rhenano Xunt., qui audito Elect. loci praesto erit, eum pack tractatui tempu? hybernuin favet. in tara necess. opus curarn collaturua. Absque mora pleni-potentiarios illue allegare velia, quo pax revocali et rei Christ.'ab immani ho8te graviter divexatae et pericula maiora pertimescenti subveniri queat ». {Epist. J, loc. cit.). Cfr. ivi il * Breve a Leopoldo I del 29 ottobre 1667. Sul Franeiotti vedi Recmoxt. nella Zeitsrhr. de.s Anche nei Gexchichtsverein* 1883. Cfr. Gkrin' II 222. 11 * Registro di lettere tanto in piano quanto in cifra del cardinale Az/.olini, sulle trattative di pace, è nel ('od. X, A. 1 della Biblioteca Altieri in Roma. * Vedi Quirjni in Berchet II 334. * Gérix 11 222 s. * Clemente IX aveva fatto premura per una riunione sollecita il piii possibile; vedi * Cifra al Xuntio di Spagna, del 30 agosto 1667, loc. cit. 4 Cfr. sopra p. 566. s Vedi Kxopp, Stuaii I 212 s.; Rf.di.ich 188; F. Scheichl, I. lì. v. Ore-inondile, Berlino 1922. 8 Vedi Gérin II 224. ’ Vedi Terlinden 59.