Altre chiese in Roma dovute ad Alessandro VII. 533 restaurò nel 1663 il mosaico dell'abside, dopo che già nel 1660 aveva fatto ingrandire le antiche porte di bronzo di S. Adriano e trasferirle al Laterano.1 Per le navate esterne laterali era prevista colà l’aggiunta di quattro piccole cappelle, la cui esecuzione cade per la maggior parte sotto il governo di Alessandro VII.* Nello stesso tempo sorsero in Roma, col concorso del papa, parecchie chiese dedicate alla Madre di Dio. Restaurata dalle fonda-menta venne S. Maria in Campitelli. Estimasi la peste in Roma nel 16.">6,3 il Senato decise di erigere in nome del popolo romano nel rione di Ripa una nuova chiesa per il quadro della Madonna «li S. Maria in Portico e chiese perciò il 29 novembre il permesso «lei Papa. Alessandro VII visitò in persona il luogo ove doveva sorgere l'edificio, lo trovò inadatto e ordinò di creare una nuova chiesa, col rifare S. Maria in Campitelli sulla piazza Capizucchi. Il 23 gennaio 1660 egli depose nella banca di Pietro e Filippo Neri 15.000 scudi, il 7 marzo si cominciarono ad abbattere delle case per ottenere lo spazio necessario al nuovo edifici»» e il 29 settembre ebbe luogo la posa della prima pietra. La nuova costruzione venne eseguita attorno alla vecchia chiesa che nel frattempo stava ancora in piedi. «Non si può intraprendere nulla in onore della Madre di Dio, che non sia grande », opinava Alessandro VII con riguardo ai preparativi per la nuova chiesa, che giunse a compimento, appena sotto Clemente X.4 Due altre chiese della Madonna, Santa Maria di Monte Santo c Santa Maria de' Miracoli, dovevano contemporaneamente servire d'abbellimento alla piazza del Popolo. Infatti a settentrione •li Roma il monte Pincio si accosta al Tevere in modo che per entrare nell’eterna città resta una striscia di terra relativamente stretta. Colà si trova la porta del Popolo; ad essa si aggiunge la piazza dello stesso nome, dalla quale si dipartono tre vie rettilinee che s'incontrano ad angolo acuto. In questi angoli dovevano sorgere le d»p chiese mariane, quasi «lue pilastri angolari di una mae- • Ortolani, .v. Gì or. in lxil-rruno 36 4 ti: Cresciiibene, Stato delia china l'Oleranete, Roma 1723. 68. »2. 116, 143. 147; I.ktaroUU.LY 477; LaUER ■'34: Kkysslkr I 686; FORCELLA I 245. Vili 65: Breve del 18 dicembre 1657, in Unii. XVI 332; • Breve del IO maggio 1660, in ('od. Val. 1*313 t. 414. Biblioteca Vaticana. Stille porte di bronzo vedi Lanciasi, Wottdering» thmugh nacienI Rome (li*24) 212; HKUEX, Forum I lo. ’ Hempkl. Ho immini 108. • <‘fr. sopra p. 332 R». • Hkjipkl, Ramatiti 36 ns.; Ovri-Itt 3<*4; Pascoli I 308; Forcella IX 93. * Ir. la deliberazione del Senato del 13 maggio 1658: * Li conservatori <• priori furono ai piedi di S. B. e gii portarono i dinexni *• pianta delia chie«a da fard >n Santa Maria in fa'npitelli, e li diaegni e piante per la ri*taur»zione delle mura di Roma incominciate già a ri "»tannino, come anche dello stato nel quale *i trova la aepulturn di t'aio ('estio * (('od. Chi*). G. Ili 78. p. 224 h. Biblioteca Vaticana».