158 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo IV. nel Messico con poteri straordinari, Palafox depose colà, fra grande impressione, il viceré e si pose al suo posto; egli era inoltre capitano generale, visitatore della Audieneia, vescovo di Puebla e amministratore dell’arcivescovado di Messico allora vacante. Come visitatore il Palafox diede alla città del Messico occasione di gravi rimostranze in un ricorso a Filippo IV, come vescovo venne presto in disaccordo con tutti gli Ordini, eccettuata per ora la compagnia di Gesù. Però la sua iniziale amicizia con i Gesuiti dopo 1111 suo conflitto sulla decima di certi beni dei Gesuiti si tramutò in profondo rancore; il 6 marzo 1647 proibì loro di confessare e di predicare e pretese che provassero d’avere per ciò le necessarie patenti. A ciò i Gesuiti non vollero adattarsi; grave errore che procurò loro il vivo biasimo del loro generale. Tuttavia tralasciarono pubbliche festività. Ma quando si avvicinò il primo venerdì della quaresima che veniva sempre celebrato con pompa particolare, pregarono Palafox di permetter loro di tenere alla festa la solita predica. Ciò venne loro rifiutato ed ora si suggestionarono nel senso che bastasse aver chiesto il permesso. Il vescovo portò ora la sua causa innanzi alla larga massa del popolo, annunciando con pubblico decreto dell’otto marzo 1647 che i Gesuiti non avevano nessuna autorizzazione per confessare e per predicare, per quanto però egli stesso da principio avesse scelto il suo con fessore tra i Gesuiti e nelle sue visite si fosse fatto accompagnare da un Gesuita come confessore e predicatore per gl’indiani. Palafox interdisse ai Gesuiti di confessare e predicare, fino a tanto che non ne avessero chiesto a lui l’autorizzazione. Siccome, date le difficoltà delle comunicazioni in quel tempo, non era spesso facile ricorrere a Roma, così, come gli altri Ordini, anche i Gesuiti avevano il diritto di scegliersi i cosidetti conserva-tori, che potessero proteggerli nei loro diritti, in forza di poteri papali. Invece di cercare una pacifica intesa col vescovo, i Gesuiti ricorsero a questo infelice espediente e designarono due domenicani come loro conservatori. Per quanto i quattro ordini residenti nel Messico, i Domenicani, i Francescani, gli Agostiniani e i Merce-dari, e inoltre, il Capitolo della città del Messico, e finalmente l’arcivescovo di colà reputassero come date le condizioni per la designazione di conservatori, tuttavia tale decisione era errata, perchè Palafox non aveva oltrepassati i suoi diritti. Palafox non riconobbe infatti i conservatori, i quali per parte loro in un pubblico manifesto dichiararono che il vescovo era incorso nella scomunica; grave « esorbitanza » come, ebbe a esprimersi il generale darios en Puebla, sus appariciones, sus escritos escogidos, Messico 1906; Stkeit, Bibl. Miss. II 472; Lettera di Palafox a Innocenzo X del 25 maggio 1647, ivi 497; quella dell’8 gennaio 1649, ivi 511, 548 s. Cfr. Mariano Cuevas, Eist. de la Iglesia en Mexico III, Tlalpam 1924, 283-312.