230 Innocenzo X. 1(544-1655. Capitolo V. ¡Solo I» minoranza dei professori dell'università di Lovamo stava allora dalla parte del papa contro Giansenio; i più noti fra questi erano Giovanni Schinckel, Cristiano Beusecom e Gugliel-glielmo ab Angeli*.1 Quando però il nuovo papa ebbe mandato anche a Lovanio un Breve come ai vescovi delle Fiandre e a Domi,» l’università decise il 5 maggio lt»4.r> di sottomettersi in tutto agli ordini papali. Con questa dichiarazione parve che tutto fo"« finito. Ma l’internunzio mandando a Roma la deliberazione1 espresse il dubbio eh«“ alle belle parole fossero per seguire i fatti, e vide giusto. Schinckel espose »1 rettore quali prove fattive di obbedienti esigesse l'inquisizione romana: l’opera di Giansenio dovrebbe venir proibita e ritirata dal commercio come dalle mani degli accademici.4 11 rettore Yernulào sarebbe stato disposto ad obbedire, poiché, benché fosse giansenista, apparteneva alla facoltà degli artisti, che sosteneva l’obbedienza verso il papa, poiché altri menti temeva di perdere i suoi privilegi.1 Frattanto dunque Yernulào rispose di aver ancoro differito la discussione sulla deliberazione dell'università, perchè i giansenisti minacciavano di frapporre degli ostacoli per mezzo «Iella Corte o «legli impiegati. Gli impedimenti, infatti, vennero e precisamente «la tutte le parti. Il pr«‘si«lente Roosen, ammonito «la Bichi, si sottrasse all’ob-bligo «li ris|>onderc aU’internunzio col recarsi in campagna portand< con sé il Breve di Innocenzo X.* Fromond fece circolar«? la voce eh. Bichi insisteva per la pubblicazione della Bolla solo perché voleva diventare cardinale; che la «lichiarazione d’obbedienza deU’uni versità «>ra falsificata, che il Breve di Innocenzo X «*ra alterato o, se era vero, si volesse pregare il papa di differire, perchè trovava resistenza presso il consiglio «li Stat«».7 Ora il consiglio «li Stato oppose davvero resistenza, ma solo perché non prendeva *nl serio l’università colla sua miti omissione.* Già ai primi di lugli" * R.iris I 17. * • il 20 febbraio 1645 (vedi »opra JMg. 227 n. I) (W. ilrrmrk.. p»g. 497. loc. cit. Ivi 495. • I .eliera di Birlti al rettore dell'Università del 2 maggio 1645. * • Il 6 maggio 1645, Lettere ilei Abbate di S. .1 nattatia t. 29 '37 Archivio » e g r e t o pontificio. Cfr. Raìin I 77 ». • Ptt**en> qua*i tutti concordi a concludere per t’obedienxa. e »«lo recUma-wr» * il Frontoiuio coli due o In* compagni.... Xon resta in questa Xmutatura alcui* »capetto d'inobedienaa luor clic lui (l’arriv»«covo) con il »uo Calmo. F»>’ inondo r pochi altri Ihmlugi di Loranio l Bichi il 24 giugno 1645. loc. ni -Cfr. • Summarimm. Excerpta IH4!-/653 f. 434 449. * Soliilikel a Bichi il 6 maggio 1645. loc. cit. * lUrix 1 69. 73. * Ivi 77: * Bichi il 24 giugno 1645. loc. cit. * Rapi> I 76. * Bichi il 3o seti ombre 1645. loc. cit. È fai««, egli »eri ve. quando i*innich in Roma parla di obbedienia dell' Cui versili, poiché i • conwgli > »'ingerirono