378 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo III. Più allarmanti (li lutto ciò orano le pretese colle quali venti.-fuori il Créqui circa la sua immunità diplomatica, la cosi dett i « libertà di quartiere », che egli voleva estendere ancora al di là di i palazzo da lui abitato, « fino a quanto giungeva il suo sguardo Egli dichiarò perciò di non poter tollerare che i soldati corsi delt i città passassero accanto al palazzo Farnese. Ma ciò era inevitabili. perchè la caserma dei corsi sorgeva tra S. Paolino e la Trinità dei Pellegrini,8 cosicché i soldati quando si recavano alle Carceri Nuovi in via Giulia, dovevano passare almeno al di dietro del palazzo Farnese. Un’altra lagnanza presentò il Créqui perchè nelle vici nanze del palazzo Farnese si era svolta un’azione giudiziaria. Si fece rilevare che nella relativa casa non abitava alcun francese c che il Papa non poteva assolutamente concedere l’esonero dalla giurisdizione statale oltre che ai palazzi d’ambasciata anche tutte le case del vicinato; nel qual caso si potrebbero in tal modi* sottrarre alla giustizia punitiva mascalzoni d’ogni specie e periino notori malfattori. Per quanto ciò fosse evidente, il governo francese e Créqui non ne vollero assolutamente sapere e dichiu rarono che in tutto ciò non si trattava che di una « Schicane » del governatore della città cardinale Imperiali.3 Per quanto Alessandro VII usasse verso l’ambasciatore francese la massima pazienza, »“gli veniva da questo trattato in modo che il nunzio di Paridi dovette far rilevare che questa non era la via per ottenere concessioni dal Papa. Lionne, reggente il ministero degli esteri, rispose che nemmeno se le attendeva.4 Come giubilò quest'uomo dall'odio mortale contro Alessandro Il (piando finalmente avvenne un incidente che egli potè sfruttare egregiamente per i suoi scopi. Dato il contegno provocante del seguito di Créqui, si erano avuti frequenti attriti coi soldati Corsi. I rancori che ne erano nati scoppiarono il 20 agosto 1 <>(»2.5 La sera di questo giorno pres'»* S. l'asciano 1897. 27. 67. Anche ili fionte alla regina Cristina Créquy sollevò particolari pretese (Bit.or 115). 1 Vedi Cappèlli 28. 9 Vedi la pianta in Motiy I (1893) 205 s. * Vedi Gkrin 1 303 ss. 4 Vedi ivi 307. * Cfr. la relazione del tutto obbiettiva di uno spettatore che il Cappell' (31 33) pubblicò da un manoscritto della biblioteca Corsini in Roma. La relazione di parte papale trova conferma in Régxiek Desmarais (12 ss.) e nelle lettere dell'ambasciatore francese Rinuccini (vedi Cappelli 31) Créqui nella -ua eccitatissima relazione al re del 21 agosto del 1662 (Ree. de» quest, h'*1 X 83 b.) esagera quello che è veramente avvenuto (vedi Cappelli 36: cfr. anche i documenti pubblicati da LuccIANA nel Bulle!, de la Sor. de* Sciences hi*t-*/ì' lo Corse Vili [1878] e MoGy 1 211 s.. 227 nota). L’opinione di CiiaNT* LAL’ZB (Cani, de liete 96 s.) che l'attacco al palazzo Farnese sia stato preparato da parte papale è inconciliabile con le fonti e venne vittoriosamente confutato