La nomina cardinalizia del 29 novembre 1669. - Il card. Bona. 567 Cerri dopo trent’anni di attività alla Rota n’era div enuto il decano.1 Il genovese Lazzaro Pallavicino, decano dei chierici di Camera, aveva amministrato l’annona in tempi difficili. Il coltissimo fiorentino Francesco Nerli, arcivescovo della sua città natale, ove tenne quattro sinodi, aveva ricoperto il Segretariato dei Brevi ai principi dapprima sotto Innocenzo X, quindi sotto Alessandro VII, alla fine sotto Clemente IX.2 Pure di Firenze era Niccolò Acciajoli, uomo di doti molteplici; egli si acquistò l’approvazione generale come Uditore di Camera.3 Buonaccorso Buonaccorsi, delle Marche, era stato tesoriere della Camera e prima, al seguito del cardinale Chigi nella sua legazione in Francia. Il romano Emilio Altieri ricopriva dal 1667 l’ufficio di Maestro di Camera del papa, di cui doveva divenire successore. Può dirsi il migliore di tutti i nominati il 29 novembre 1669 il cistercense Giovanni Bona, di Mondovì, negli anni 1651-1654 generale del ramo riformato del suo Ordine in Italia. Alessandro VII lo chiamò a Roma, gli affidò di nuovo la direzione dell’Ordine e lo impiegò in diverse Congregazioni, specialmente nell’indice e nell’inquisizione. Clemente IX lo nominò consultore della nuova Congregazione delle indulgenze e delle reliquie. Il Bona, altrettanto eminente come religioso che come scienziato, arricchì di lavori ■solidi la letteratura ascetica, mistica, morale, di storia ecclesiastica, e soprattutto liturgica. Il suo avviamento agli esercizi spirituali venne tradotto in francese ed in polacco. Il dotto cistercense si provò anche come poeta. Dei suoi numerosi lavori, ancora inediti, fu pubblicato recentemente in modo eccellente VHortus caelcstium deliciarum.* Il Bona si segnalò per così grande 1 II Cerri, dopo una gioventù tempestosa e dopo essere stato ammogliato, era entrato sotto Urbano Vili nello Stato Ecclesiastico. « * È di bello aspetto, dice la relazione, citata sopra p. 564, n. 4 dell’ Archivio Liechtenstein a Vienna, gioviale, loquace, magnanimo et amorevole », facile allo sdegno, ma anche ad esser rapidamente ammansito. * Cfr. * Epist. Innocenta X. * Epint. Alexandri VII, Archivio segreto pontificio. * L’autore della citata * Relazione nell’ Archivio Liechtenstein difende l’Acciajoli contro accuse ingiuste dei suoi nemici: « Io l’ho sempre conosciuto per soggetto dignissimo, facile, spedito, giusto, applicato, indefesso, caritativo e pietoso, di costumi incorregibili, di pensieri vasti e di giustitia immacolata. Ila sufficiente scienza, di gran talenti, di maggior capacità et abilissimo a qualunque gran commando. E dotato di somma prudenza, di uguale acutezza d’ingegno, di gran maturità ne’ consigli e nel risolvere. È libero di linguaggio et ingenuo di cuore ». 4 IIorltt# caelcstium deliciarum ... a D. Ioanne Bona e Monte regali b. Mariae ajmd Vicum congreg. 8. Bernardi ord. Oùterc. abbate, ed. M. Vat-lAsao (Roma 1918), il quale dà a p. xxv ss. una breve ed eccellente biografia del Bona, basato anche su studio di manoscritti. Cfr. le biografie del Berto-lotti (Asti 1677), A. Ighina (Mondovì 1874) e G. B. Ressia (Mondovì 1910); I. Bon ae epistolae, Taurini 1755, Lucae 1759; Oiv. Gatt. 1910, II 568-572;