Il giansenismo nei Paesi Bassi. 501 assai dalla celebrata rigidità dei primi gesuiti; che essi allargano la via per il peccato e la corruzione, presentando come probabile e lecito molto di quello che prima passava per illecito, special-mente nelle questioni sul duello, sul quinto comandamento, sulla calunnia, sull’usura e sulla simonia. Molta gente coscenziosa rifugge dall’affidarsi alla direzione dei gesuiti, perchè preferisce un salutare rigore ad una pericolosa indulgenza.1 Che la severità certo esagerata dei principi giansenisti facesse un’impressione che ridondava a favore del partito, viene dimostrato a sufficienza già dal successo delle lettere provinciali. Nonostante l’opinione personale di Alessandro VII, col suo pontificato comincia una lunga lotta contro il probabilismo. In Francia dopo Pascal l’opinione si rivolse contro di esso, i decreti papali non vengono considerati semplicemente come condanna di abusi ma come ■ripudio dello stesso sistema morale finora dominante. Il potente ordine domenicano dopo Alessandro VII è divenuto suo avversario. Appena dopo Alfonso di Liguori, l’idee tornano a poco a poco a chiarirsi. 8. L’arcivescovo Boonen di Malines che sotto Innocenzo X colle sue prevenzioni giansenistiche aveva creato tante difficoltà era morto il 30 giugno 1655, poche settimane prima che Alessandro VII salisse al trono; il suo avversario, l'internunzio Andrea Mangelli, gli sopravvisse ancora per poco tempo, fino al 31 ottobre dello stesso anno.2 Anche sotto il nuovo Papa all’università di Lovanio si ripetè subito l’antico gioco. Il professore di teologia Van Werm il 23 agosto 1656 fece di nuovo difendere delle proposizioni sulla dottrina della grazia, che erano almeno equivoche.3 Alessandro VII dovette subito lagnarsi presso il nuovo luogotenente dei Paesi Bassi, Giovanni D’Austria, nel senso che contro la proibizione della Sede apostolica venissero tuttavia ancora difese le proposizioni giansenistiche condannate tentando di contorcere il senso della condanna.4 1 Ivi 146. * Relazione di nunziatura del 18 dicembre 1655, * Excerpta ex codice S. Officii, cuius inscriptio: Acta in Belgio circa Constitutionem damnantem quinque propositione.s. Jansenii a. 1653-1656 (Carte del lascito Schill.). 3 Ivi. 4 II 23 dicembre 1656, in Flecry LXII 326. Già nella sua * lettera di ringraziamento del 21 agosto 1655 per le felicitazioni della facoltà teologica al suo avvento al trono, Alessandro fa inserire il monito, « ut Apost. Sedis decreta reverenter accipiant ». EpitA. n. I. Archivio segreto pontificio.