La lettera dei diciannove vescovi al papa. 571 dell’infallibilità papale era pericolosa per lo Stato, perchè dava al papa il diritto di deporre i re.1 A Eouen la duchessa di Longueville aveva già guadagnato ai giansenisti la maggioranza dei parroci e qualche vescovo.2 Ora proseguì i suoi sforzi;3 si pretendeva sapere,4 che appartenessero al numero delle persone che avevano subito la sua influenza quei 19 vescovi, che per iniziativa dell’arcivescovo Gondrin di Sens e del vescovo Vialart di Chàlons si rivolsero al papa in favore dei loro quattro confratelli.5 La lettera dei Diciannove6 fu un avvenimento di grande importanza. Certo, il numero non era considerevole, ed anche le firme di essi, proporzionalmente non molto numerosi, erano state messe insieme solo con fatica mediante una circolare del Papin.7 Anche riguardo al contenuto la lettera non rappresentava nulla di eminente. Dopo l’assicurazione che i vescovi di Francia non si lascerebbero sorpassare da nessuno in riverenza verso la Santa Sede, segue un elogio alla virtù dei quattro disobbedienti e quindi una esposizione del tutto errata del punto della questione vero e proprio. Essi lamentavano, cioè, che si attribuisca infallibilità a fatti « «li quelli che avvengono quotidianamente ».8 Ciò in realtà non era stato sostenuto da nessuno; l'infallibilità si reclamava solo per i cosidetti fatti dominatici, vale a dire per quelli, che sono collegati indissolubilmente colla decisione su una verità di fede.9 Ma, qualunque fosse il contenuto della lettera, era pur sempre un sintomo preoccupante delle disposizioni del clero, che 19 vescovi si elevassero contro Roma; e inoltre la lettera poteva affermare non a torto, che i principi del Pavillon e dei suoi tre seguaci erano condivisi da non pochi altri vescovi, anche distinti. La stessa assicurazione fu ripetuta da tre dei sottoscrittori della lettera in mia lettera ulteriore a Roma, in cui dicevano a un cardinale chiaro e tondo, che il papa si lasciava influenzare da maneggi di partito in senso contrario ai canoni e ai diritti dei vescovi; occorreva illuminare 1 Bargelli ni in Cauchie, nella fier, d'hixt. ecclés. 1903, 51. * Rapin III 430 s. * Ivi 431. * Ivi 432, 439. I Diciannove erano chiamati a Parigi « les champion» de la duchesse de Longueville et les nouveaux Jansénistes de sa façon ». Ivi 440. 4 L’1 dicembre 1667, in [Varet] I 388-391; cfr. 40 ss. • Essi erano: l’arcivescovo di Sens, i vescovi di Châlons, Boulogne, Meaux, Angoulème, La Rochelle, Comininges, Couserans, Saint-Pons, Lodève, Vence, Mirepoix, Agen, Saintes, Rennes, SoLssons, Amiens, Tulle, Troyes. [Varet] I 43. ’ Cfr. in proposito ivi 95-114, 119. • « Decreti», qtiibus quotidiana nec revelata divinitus facta deciduntur ». Ivi 389. • Dcbrcel 228.