Clemente X (1670-1676). Capitolo VI. molti fastidi al papa ed al suo governo.1 Poco dopo trasse dalla sua anche il cardinale spagnuolo Nidhard e l’ambasciatore veneziano Mocenigo.2 I quattro diplomatici si accordarono per reclamare presso il papa in una udienza collettiva. Poiché ciò fu loro negato dal cardinale Altieri, quale cosa insolita e senza precedenti, essi volevano almeno fare una rimostranza in comune presso il cardinale; ma anche questi dichiarò di poterli ricevere solo separatamente. Sebbene gl’inviati in seguito a ciò facessero mostra di imporre una udienza collettiva presso il Nepote, essa non fu loro data. Il cardinale Altieri giunse al punto di porre il Quirinale in stato di difesa, come se temesse addirittura un attacco. L’opinione pubblica, che vedeva malvolentieri l’abuso della franchigia doganale, e quindi finora era stata per l’Altieri, ora si rivolse contro di lui. Quasi ogni giorno apparivano libelli contro il governo dell’Altieri.3 II conflitto da principio era stato tenuto nascosto al papa; esso gli dovette riuscire particolarmente penoso, perchè egli intendeva appunto far da mediatore di pace.4 Tuttavia gl’inviati, nonostante nuove sollecitazioni, non ottennero un’udienza collettiva, ma furono ricevuti solo singolarmente. Alla loro dichiarazione di non poter più trattare coti il cardinale nepote, fino a che questi non avesse dato soddisfazione, Clemente X rispose, ch’egli era pronto ad ascoltarli in ogni ora del giorno e della notte.5 Il D’Estrées sperava già, che gli riuscirebbe di rovesciare l’Altieri e sostituirlo col Rospigliosi. Il nunzio di Vienna Alberizzi temè che il papa cedesse completamente, ed esortò ad energica fermezza di contro agli inviati.® Il cardinale d’Assia propugnava ancor più focosamente del D’Estrées, alla sua maniera impetuosa, i diritti degli inviati, tanto che lo stesso mite Clemente X trovò insopportabile il modo di comportarsi di lui e gli suggerì di partire da Roma.7 1 Cfr. Levinso* , Vunliaturberiehle II 92, 108 s., 112, 130. J II fatto fu tanto più sorprendente, in quanto, come il cardinale d'Assia l'il novembre 1673 annunzia a Leopoldo I (Archivio di Stato di V i e n n a), l'Assia e il Xidhard avevano deciso, in seguito alla guerra tra Francia e Spagna, di limitare i loro rapporti coll’inviato francese a quel tanto di cortesia che fosse strettamente indispensabile. * Così * riferisce P. Mocenigo ad A. Contarini, in data, Roma 29 dicembre 1674 (loc. cit.). Appartengono a questa categorìa gli scritti di cui parla il Ranke (III, Anhang, Xr. 145), senza indicarne la provenienza, eie seguenti •satire: 1° La republica Christiana (Coti. 33 A 14 della Biblioteca Corsini in R o m a); 2° Discorso satirico sopra le simonie della Dataria (Cod. B IV 19, p. 79 ss. della Biblioteca Q u e r i u i a n a in Brescia). 4 Cfr. i * Brevi all'imperatore ed alla regina-reggente di Spagna dell'8 dicembre 1674, a Luigi XIV del 5 gennaio 1675, Epist. IV- VII, Archivio segreto pontificio. s Vedi Gérin II 550. • Vedila lettera caratteristica del 21 novembre 1674 in Levinson II 173 s. 7 Ivi 56.