168 Innocenzo X. 1644—1655. Capitolo V. tali se ci si dichiarava per Port-Royal.1 Talune delle dame illustri e dei signori si fecero costruire delle proprie abitazioni nei dintorni di Port-Iìoyal, per ritirarmi temporaneamente o totalmente.2 Fra di esse v’era la marchesa de Sablé, della quale si diceva che guadagnava col suo esempio alla nuova dottrina quasi altrettanti fautori nel gran mondo, quanti Giansenio le aveva procurato col suo libro fra i dotti.3 11 compiacimento però per la nuova dottrina di penitenza, non significava già senz’altro che questa specie di solitari esercitasse anche essa personalmente la penitenza.4 Ma al di là dei circoli dell’alta società non vennero dimenticate le più larghe masse del popolo. Giovanni Giacomo Olier, fondatore di S. Sulpicio, scrive nel 1647 che sotto il pretesto della riforma e della pietà le nuove dottrine sanno insinuarsi dappertutto, e tutti si mettono dalla loro parte.5 Uno dei mezzi capitali fu la diffusione di piccoli opuscoli che andavano facilmente nelle mani di tutti.6 Già Saint-Cyran aveva compilato una « teologia per la famiglia », che nel 1643 venne proibita dall’arcivescovo di Parigi, e nel 1654 da Roma.7 Un «catechismo della grazia» di Feydeau cercava di volgarizzare per il popolo le dottrine délVAugustinus (1650). Il libretto, proibito fino dal primo anno della sua comparsa, trovò tuttavia i suoi diffusori sotto titoli diversi in Francia e nei Paesi Bassi.8 Con numerosi e mordaci manifestini che vennero inoltre sparsi tra il pubblico si raggiunse che nessuno più se la prendesse a cuor leggero col potente partito. Perfino i predicatori nelle chiese, nel confutare la nuova dottrina della grazia, non osavano fare i nomi degli autori;8 si giunse al punto che quando dai pulpiti venivano attaccate le dottrine dei giansenisti, si levavano forti mormorii.10 Si cercò anche, ma invano, con chiacchiere d’ogni genere d’intimidire Olier, al cui zelo era riuscito di tener immune dal giansenismo tutto il sobborgo di S. Germano. Quando i suoi vollero intervenire per lui, egli gettò i loro scritti apologetici nelle fiamme, senza leggerli, esclamando: non sapete che le 1 Rapin I 95 s; cfr. 22: » c’etoit être à la mode que d’être de ce p arti là ». Al duca di Orléans disse l’arcivescovo di Embrun: « que Son Altesse Royale avoit trop d’esprit pour ne pas être du parti de Port-Royal », (ivi 135). a Ivi 172, 211. 3 Ivi 175. Cfr. Victor Cousin, Mme de Sablé, Parigi 1855. Essa è la « Par-thenie», nel romanzo del Grand Cyrus di Madame de Scudért (Petit de JULLE VILLE IV 101). 4 Rapin I 174. 5 Ivi Dubruel in Recherches VII (1917) 258. • Rapin I 137. 7 [Patouillet] IV 83 ss. • Ivi I 226 ss. Ristampa del Catéchisme de la grâce in Arnatjld, Œuvres XVII 839-848. 8 Rapin 135, 137. 10 Olier in Faillon II 422.