328 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo I. dente, venisse compiuto con la massima semplicità nella cappella privata del papa, alla presenza di solo due cardinali. Anche il banchetto non si fece in Vaticano, ma nell’abitazione di Agostino ed evitando ogni lusso.1 Anche circa la dotazione dei suoi parenti il papa consulto ancora una volta i cardinali, i quali però gli risposero solo in termini del tutto generici, rimettendo alla sua coscienza fino a qual punto volesse andare. In segreto il papa interrogò anche i due teologi da lui particolarmente stimati e due canonisti, le cui opinioni moderate gli piacevano. Per Agostino, Flavio Chigi comperò il castello Farnese, ora principato, che in parte pagò con le sue entrate e in parte con un contributo del papa: esso non rendeva annualmente più di 5000 scudi. Agostino ricevette inoltre un dono di 150OO scudi in oro.a Ma più tardi il papa si dimostrò più generoso, donando ad Agostino Ariccia e Campagnano, ed il palazzo Aldobrandini in Piazza Colonna e molti luoghi di monti. Anche il giovane figlio di Agostino, Sigismondo Chigi, il membro della famiglia di maggior talento, ricevette alcune commende.3 Antonio Bichi, un parente lontano, divenne cardinale e suo fratello comandante delle 1 Vedi Pallavicino II 226 s. Cfr. * Avvito del 17 loglio 1658, A r ■ chivio segreto pontificio.* Documenti sulla conclusione del nw-t limonio nell’ Archivio di famiglia in Ariccia. * Vedi Pallavicino II 231 ss. * Breve che conferma la compra d. terr di Farnese in data, 16 gennaio 1662, nell’ Archivio di famiglia iti A r i c c i a . * Vedi Pallavicino II 232; Ricci, Ariccia 276, 292 s. Ranke (III 3<>. n. 2) riproduce un passo d una * Vita di Alessandro VII, che non dice ove si trovi; io trovai la Fila nel Barb. 4690, Biblioteca Vaticana L’anno 1666, che il Ranke ammette come quello, in cui data tale lavoro, è sbagliato, perchè l'autore dice che Alessandro VII ha ora governato nove anni. Anche Ranke nega che i numeri che riferisce questa Vita, a propositi «Ielle rendite dei nepoti, abbiano grande valore, ma in Appendice (III 189*> egli loda la Vita, che deriva evidentemente da un astioso avversario di Alessandro VII. Quanto poco sia vero però l’affermazione del Ranke che l’autore sia un contemporaneo ben informato e in « complesso favorevole » si P“" vedere dal seguente sfogo, che egli fa sul celebre colonnato di S. Pietro: « • Procura [Alessandro VII] gloria dai sassi mediante il colonnato di S. Pietro dove spende un tesoro per fabbricare un redotto della baronataglia pii* infame et un pisciatoio al bisogno de’ cani ». Spesso, per esempio, appunto circa i dati numerici citati, la Vita segue una fonte falsificata, cioè la Relation' di Roma del Pietro Basadonna del 1663, addotta dal Ranke (III 187 s.) e ora stampata in Berciiet II 291, che il Ranke nonostante alcuni dubbi ritiene autentica (III, Appendice X. 134). Che essa sia un falso è dimostrato da Bf.rchet II 259. Anche un'altra fonte, dalla quale attingono Ranke (IH-Appendice N. 132) e Chantelauze nella sua monografia sul cardinale Reti, la Relazione di Angelo Corsaro, comparsa nella traduzione francese a Leida nel 1663. è un falso, come ha dimostrato Gérin nella Ree. dei quest, hist. LIV (1880), 570 ss. Il vero testo della relazione Cornaro in Berciiet II 197 ss. Secondo Gèbin (I 258) le relazioni sono satire che mescolano il vero al falso e a calunnie evidenti; esse servivano a scopi polemici della politici francese.