Supplica dei vescovi al papa. 195 stiche. Il concilio di Trento, come la bolla di Urbano Vili, che sanzionava le sentenze di Pio V e Gregorio XIII contro Baio e che fu rinnovata da Innocenzo X, avrebbero veramente dovuto bastare a definire il conflitto; ma siccome presso ogni proposizione non è notato, quale censura le spetti, così alcuni pensano che rimanga ancora la possibilità di sottigliezze e scappatoie. È da sperare che una chiara ed esauriente decisione pontifìcia porti rimedio a tutto ciò. Quale peso abbia l’autorità della S. Sede si è manifestato ancora una volta recentemente nella sua decisione intorno ai due capi della Chiesa. Giansenio stesso ha sottomesso la sua opera al giudizio della Sede Apostolica. 11 28 aprile 1651 il nunzio Bagno mandò questa domanda a Boma.1 Con ciò il passo più importante per la difesa contro la nuova dottrina era compiuto, e i giansenisti non lo perdonarono mai a Vincenzo de Paoli.2 Naturalmente questo movimento non poteva rimanere a lungo nascosto ai vescovi di diverso sentimento. Il 20 febbraio 1651 l’arcivescovo di Bmbrum e i vescovi di Agen, Chàlon, Comminges, Orléans e Valenza si recarono dal nunzio pontificio a Parigi e gli dichiararono che lo scritto di Habert era solo una manifestazione di alcuni singoli vescovi, firmata senza che ne avesse previa notizia l’assemblea del clero. Il movimento in Francia poteva invero avere i suoi pericoli, specialmente se si fosse sentenziato, senza ascoltare le parti. In quanto alle proposizioni che si attaccano, essere necessario accertarsi in qual senso vengano esposte dai « discepoli di Agostino » e sovrattutto in quale senso sono intese da Agostino desso, onde non implicare questo santo dottore in una censura e non dare agli eretici occasione di sarcasmi, quasi che la Santa Sede condanni ora ciò che prima aveva approvato.3 Otto giorni più lardi comparve dal Bagno anche l’arcivescovo di Sens e gli espose in tono pretenzioso che il papa doveva procedere nella questione dopo matura riflessione e secondo i canoni; se ciò non avvenisse, la sua decisione in Francia troverebbe poco ascolto.4 Bagno cercò di tranquillare i prelati, ma già in aprile egli riferisce di nuove insistenze di alcuni pochi vescovi. Il nunzio aggiunge che il numero dei giansenisti cresce giornalmente, che gran parte del parlamento e dell’università, molti conventi e persone distinte tengono da loro, p che la cosa indubbiamente può diventare assai pericolosa.5 1 ’Biblioteca Angelica in Roma, loc. cit. f. 245. 2 Sulla loro opposizione alla sua canonizzazione vedi [Patouillet] I, 178, 330, II 479. 8 Lettera del vescovo di Valenza all’arcivescovo di Tolosa del 3 marzo 1651 in Saint-Amour 67; Rapin I 336. ' Rapin I 337; Abnauld, Œuvres XIX x. 5 « ‘replicate instanze fattemi di alcuni pochi vescovi di supplicarla di rappresentare a X. S. gl’inconvenienti che possono succedere, quando si