288 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo Vii. ressava vivamente per la decorazione di S. Pietro fece sostituire nelle cappelle laterali le semplici colonne che vi erano finora, con 32 colonne di cottanella (così nominato dalla cava di marmo presso il castello di Cottanello nella Sabina); la colorita magnificenza marmorea di queste colonne, completò ma anche modificò totalmente l’architettura del Maderno.1 Il papa ordinò inoltre a Giovanni Battista Calandra di decorare le cupole delle cappelle con mosaici;2 nell’interno innanzi all’entrata principale della chiesa di S. Pietro fece di nuovo collocare la rotonda piattaforma di porfido oscuro della vecchia basilica, alla quale, fin dalle incoronazioni degl’imperatori, erano legati tanti ricordi storici.* Con ciò stava in relazione un’altra opera: il nuovo pavimento per la navata centrale eseguito secondo i piani del Bernini, un mosaico di marmo multicolore. L’iscrizione del grande stemma colà inserito dice che tale lavoro venne compiuto nell’anno giubilare 1650.4 Tre anni più tardi l’atrio e la loggia delle benedizioni ricevettero un simile rivestimento di marmo. Una gigantesca iscrizione composta dal celebre latinista Famiano Strada della Compagnia di Gesù, che venne applicata in mezzo alle due iscrizioni di Paolo V' e Urbano Vili sopra l’entrata interna della basilica collo stemma dei Parafili fissò per i posteri che i lavori in S. Pietro erano stati compiuti da Innocenzo X.5 S. Pietro deve ad Innocenzo X anche l’erezione di un altare speciale per le ossa di Leon*' il Grande presso la Madonna della Colonna. L’altare non venni adornato come gli altri con un quadro, ma con un rilievo colossale, che rappresenta Roma salvata da Attila per opera del grand»' pontefice.* È opera di Alessandro Algardi, la cui attività artistica raggiunse il suo apice sotto Innocenzo X. Il rilievo venne cominciato dal maestro nel 1646 e venne compiuto già nell’anno giubilar«-del 1650 coll’aiuto dei suoi scolari, specie di Domenico Guidi. Passeri e Bellori vanno a gara nel lodare il colossale lavoro. Non è però più di un « dipinto pietrificato » alla maniera della scuola Pietro per vedere nella chiesa alcuni disegni del nuovo adornamento a pilastri e le figure a stucco nelTarcbi delle eapelie ». Diario nell'A r c h i vi o Do ria Pam {ili in Roma. 1 Vedi Rieol, loc. cit., 155 Reymoxd 105 » e pi. li. Cfr. * Avvito del 10 dicembre 1650, Archivio segreto pontificio. * Vedi Passeri 168. * Vedi Boxassi, loc. cit.; Migrasti II 105. ♦ Vedi Boxasxi loc. cit., 137; qui anche « ex libri» fabricae » una nota sull«1 spese. Riproduzione in MnSoz Roma. 327. Lo stemma venne restaurato nel 1928. ‘ Vedi MIGRASTI II 105. Una medaglia porta l'iscrizione: «Vaticani» sacelli» insignitisi (Novak* X 33). I lavori in mosaico affidati a G. B. Calandra per 8. Pietro non soddisfecero il papa e perciò non vennero eseguiti; vedi B UXORI 168. • Vedi Migrasti 11 10*> ss.