Trattative per un compromesso. se il papa si contenta dell’obbedienza dei vescovi e della loro sottoscrizione sincera, il Lionne dà qualche speranza d’indur-veli; il Lionne, cioè, non gli aveva ancora comunicato, che questa concessione fosse stata già ottenuta dai Quattro. Inoltre il Bargellini comunica l'osservazione del ministro, che non occorre insistere per una ritrattazione formale, giacché la dichiarazione di obbedienza elimina senz’altro le precedenti lettere pastorali. Ma del resto si cercano invano nei dispacci cifrati del Bargellini schiarimenti sulle sue conversazioni col Lionne. Quel che vi è contenuto è innanzi tutto una ripetizione dei lamenti precedenti sulle condizioni francesi; egli insiste adesso particolarmente1 sul punto, che nessuno muove un dito in difesa della Santa Sede, ad eccezione dei gesuiti; che questi scrivono bene, in verità, ma anche con passione eccessiva, e inoltre la loro posizione eccezionale ha l’inconveniente (die tutta la faccenda sembra una semplice lotta di parte fra giansenisti e gesuiti.2 Dagli altri religiosi non è stata scritta sinora una pagina per i diritti del papa, e ili rado essi ne parlavano come avrebbero dovuto. Eppure sarebbe giusto, che tutti gli Ordini mostrassero coraggio a difendere la religione sul pulpito e colla pernia. Dopoché, col decreto del 25 settembre 1663, i dottori degli Ordini mendicanti erano stati esclusi dalla Sorbona, anche gli scritti antiromani sono divenuti più numerosi, essi vengono diffusi gratis in tutta la Francia; i giansenisti possiedono una cassa per far propaganda per il loro partito, e la censura li favorisce di fronte ai loro avversari. Nuovo, tuttavia, nelle relazioni del Bargellini è il fatto, ch’egli sembra aver tratto dalle conversazioni col ministro speranze in un esito felice della sua missione. Egli ora fa a Boma proposte sul come si potrebbe migliorare la situazione. Per quanto riguarda i religiosi, egli pensa, che il segretario di Stato si dovrebbe porre in relazione con i generali degli Ordini per ottenere un cambiamento. Ove gli Ordini intervenissero tutti insieme, la faccenda apparirebbe ili carattere generale e non cosa semplicemente gesuitica. I giansenisti ed i loro protettori si spaventerebbero; se gli Ordini religiosi avessero mostrato coraggio già precedentemente, la Sorbona non si sarebbe lasciata trascinare a proposizioni eretiche suH’infalHbilitá papale, . In Dupin III 190. 1 * Il 20 luglio 1668, loc. cit. (Cifre), in parte in Cadchie, nella Rev. d'hial. rcclég. 1902, 979. * « * Questi scrivevano bene, ma con qualche ardore eccessivo, ed io, « he ho bisogno delle loro penne, non posso dir loro, [non] vorrei che la causa della S. Sede si facesse (come da molto tempo in qua hanno cominciato a dire) di due partiti tra Jansenisti e Gesuiti, perchè le cose s’inasprirebbero maggiormente ». Loc. cit.