62 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo II. niente, tanto che al viceré Rodrigo Ponce de León, duca di Areo fu applicato il verso di Dante: «Dopo il pasto ha più fame elio pria ». Per il peso delle tasse si venne anzitutto nel maggio 1647 a delle sommosse in Palermo e in altre città della Sicilia. Il movimento si propagò presto anche a Napoli. Il 7 luglio 1647 scoppiò la rivoluzione. Essa si rivolgeva non solo contro le eccessive tasse del governo spagnuolo, ma anche contro i privilegi della nobiltà. Alla testa stava un uomo di basso ceto da Amalfi, un pescivendolo di nome Masaniello. Egli si presentava scalzo in camicia e calzoni bianchi, com’era il costume dei pescatori, e senza cappello, e divenne ben presto l’idolo del popolo e lo spavento del viceré. Masse di popolo circondarono con rumore d’armi il palazzo del viceré che ebbe salva la vita solo riparando in un chiostro vicino. La rabbia del popolo si sfogò in tremende devastazioni. Onde impedire uno spargimento di sangue, intervenne l’ottimo cardinale arcivescovo Filomarino, che era altamente stimato dal popolo, e cercò di raggiungere un compromesso fra gli insorti e il viceré.1 Il cardinale dovette però presto riconoscere che era assai difficile calmare questo mare in burrasca. Le pretese del popolo aumentavano di giorno in giorno, ma Filomarino non si perdeva di coraggio. L’11 luglio gli riuscì di ottenere larghe concessioni da parte del governo e di fissarle in un patto che venne reso pubblico nel duomo il giorno 13.a II pescivendolo vide realizzati i suoi sogni più arditi, ma cadde in preda alla megalomania e il 16 luglio venne ucciso nel convento del Carmine.3 Rimane incerto se l’assassinio sia stato voluto dal viceré o dal vecchio Giulio Genoino, che era stato precedentemente fautore del Masaniello. Comunque la speranza di Filomarino e di Innocenzo X4 che l’insurrezione ora fosse terminata, non si avverò. La rivolta divampò di nuovo, e di nuovo Filomarino accompagnato dal nunzio Emilio Altieri si presentò come mediatore di pace, rinfacciando anche all’imprudente viceré delle amare verità. « Io so, scrive Filomarino il 1 Vedi la relazione Filomarino ad Innocenzo X, dell’8 luglio 1647 in Arch. stor., ital., IX 379ss., e Visco 22 8., 25, 191 8., relazione di Altieri del 9 luglio 1647). Sul contegno di Filomarino vedi De Blasiis, in Arch. Napolet. VI 774 s., e specialmente Visco 20 s., che loda assai il cardinale. * Vedi le relazioni di Filomarino del 12 e 16 luglio 1647 loc. cit., 381 s., 386; Visco 28 8. 1 Fonte principale sull’insurrezione è il Diario di Franc. Capecelatro I, Napoli 1850. Dei moderni cfr. su Masaniello: Reumont, Die Caraja voti Maddaloni voi. 2, le monografie di Capasso (Napoli 1919) e Schifa (Bari 1925) (J.rcA. Stor. Napolet., 1926, 394 ss). Vedi anche l’articolo di Niehues neU’Jahrbuch des icestfàl. Vereins fiir ìì'isseimchaft u. Kuiist. 1874; lettere del duca d’Areo al duca ili Parma sulla morte di Masaniello nell' Archivio storico Napoletano, XXXII 4. ‘ Vedi Visco 30-31.