Innocenzo X. 1644-1055. Capitolo III. ancora peggiori; siccome tutti erano stanchi di guerreggiare, volessero anch’essi mutare atteggiamento, caso contrario l’imperatore agirebbe in base alla pienezza della sua propria potestà.1 Per quanto questa dichiarazione capitasse inattesa, i cattolici intransigenti non perdettero il coraggio e perseverarono nella loro resistenza. Il rappresentante di Colonia dichiarò: Noi siamo sottoposti all’ Imperatore nelle cose civili, ma non in quelle ecclesiastiche.2 Questo fermo contegno fece andare sulle furie non solo i protestanti e gli Svedesi, ma anche gli Imperiali. Volmar arrivò a dire che « per alcuni abati puzzolenti » non si poteva ritardare più a lungo la pace.3 Il 14 novembre egli si recò a Osnabruck per la continuazione delle trattative. Colà d’accordo col Chigi si recarono anche i cattolici per trattenere gli imperiali da troppo ampie concessioni,4 ma ciò si dimostrò impossibile. La Baviera, esaurita fino all’estremo, incalzava al pari dell’imperatore per la pace ad ogni costo, ambedue le potenze ritenevano vani tutti i tentativi di ridurre con la forza delle armi a più equa misura le pretese degli avversari. Tuttavia i cattolici intransigenti, che speravano una piega favorevole da un nuovo scontro armato, resistevano sempre. Per costringerli a cedere vennero usati senza riguardo tutti i mezzi, anche i peggiori. Quando non giovarono le minaccie, Volmar ricorse ad una banale menzogna. Egli dichiarò ad alcuni deputati cattolici che il nunzio non era contrario che si cedesse di fronte ai protestanti.5 I deputati cattolici più zelanti, Adami e Leuxselring, chiamati col Wartenberg sarcasticamente i triumviri,8 si videro allora minacciati perfino nella loro sicurezza personale: l’ambasciatore svedese, Salvius, disse che si poteva far tacere questi zelanti con un colpo di moschetto.7 Nello stesso tempo, per dar maggior risalto a tali minaccie, i maltrattamenti più duri furono permessi contro i servitori di Adami e Leuxselring; dopo di che gli intransigenti non si sentirono più sicuri e tornarono a Munster.8 Di triste presagio fu per loro il fatto che per l'influsso della Baviera ascese sulla sede arcivescovile di Magonza Giovanni Filippo di Schònborn, vescovo di Wiirzburg, poiché Schònborn in questioni religiose era * Vedi Israel. Adami 67 s. s Vedi * Relazione cifrata del Chigi del 1° novembre 1647, loc. cit. 3 Vedi Israel, Adami, 69. * Vedi la * Relazione cifrata del Chigi del 15 novembre 1647, Paci 21, Archivio segreto pontificio. * Vedi la * Relazione cifrata del Chigi del 29 novembre 1647, ivi. 6 Vedi I’UFENDORF, De rebus gestis Friderici Wilhebni electaris Brandebur-gensis, Berolini 1695, 170: Mitteil, des hist. Vereins zu Osnabrück XII 328; Odhnkk. Schwedens Friedenspolitik 122. : Vedi * Relazione cifrata del Chigi 15 novembre 1647, loc. cit. 8 Vedi Israel, Adami, 70, 73.