L’udienza irriverente dell’inviato di Francia. 663 sollevò ancora altre pretese. Il Papa avrebbe dovuto nominare un Francese, il vescovo di Marsiglia, For bin-Janson, cardinale della Corona polacca, e un Tedesco, Guglielmo von Fürstenberg, cardinale della Corona francese.1 Il duca D’Estrées, coadiuvato da suo fratello il cardinale, patrocinò questa faccenda con un zelo veramente focoso. Il Papa fu sollecitato incessantemente con richieste di udienze straordinarie, sotto il pretesto, che dispacci urgenti del governo francese richiedevano una risposta immediata. Ciò avvenne ancora una volta il 21 maggio 1675. Il D’Estrées parlò con molta vivacità della sua disputa con il cardinale Altieri e mise in rilievo le forze militari del suo re, in particolare si riferì alla flotta francese, che doveva aiutare Messina insorta contro gli .Spaglinoli2 ed era ancorata precisamente in Civitavecchia. Il papa rinviò l’inviato al mediatore scelto da lui stesso per la soluzione della disputa, e quindi aggiunse: « Da lungo tempo Lei parla non degli affari del suo re, ma solo dei propri; noi sappiamo, che ciò non risponde alle intenzioni di Sua Maestà e gli faremo comunicazioni in proposito ». L’inviato pregò instantemente di non farlo, e ricondusse il discorso sulla nomina del Forbin a cardinale, abbandonandosi di nuovo ai più violenti attacchi contro il cardinale Altieri. Clemente X volle por termine alla disputa penosa e dette un segnale con il campanello, ciò che l’inviato cercò d’impedire afferrando la mano del Papa. Frattanto era entrato già il coppiere. Il D’Estrées gli disse in tono da padrone, che doveva presentare a Sua Santità ancora una comunicazione. E ora avvenne una scena quasi senza esempio nella storia della diplomazia. Il D’Estrées accusò il Papa riguardo alla nomina cardinalizia di mancanza di parola. A quel punto Clemente X volle togliere l’udienza, ma il D’Estrées non si allontanò, e ripetè invece ancor più violentemente le sue accuse precedenti. Anzi, allorché il Papa, che aveva sonato per la terza volta, volle alzarsi in piedi, il D’Estrées prese colle mani per il petto il vecchio ottantacinquenne e lo rimise a sedere. Clemente X, adiratissimo, gli gridò: «Lei è scomunicato ! », e mise fine all’udienza.3 1 Vedi Gérin II 558 ss.. 561 ss. 1 Cfr. ivi 583. Sull’indurrei ione di Messina vedi F. Guardiole. Storia della rivoluzione di Mentina contro la Sftagna (1671 1080), Palermo 1 906. * Vedi la descrizione autentica dell'udienza nel dispaccio cifrato diretto il 22 maggio 1675 dall’Altieri al nunzio francese Spada, perchè questi lo presentasse a Luigi XIV, pubblicato in Gérin II 585. n. 3. Con questo concorda in tutto in sostanza la * Relazione inviata dal cardinale d’Assia il 25 maggio 1675 a Leopoldo I (Archivio di Stato di Vienna). In essa sulla scena finale è detto: • Obligò [il D'Entrée«] il Papa non solo a sonar la terza volta il campanello, ma a muoversi dalla sedia, al che l'ambasciatore s’oppose con altro atto più irreverente del primo, anzi immaginabile, havendo alzate, stese e portate le sue mani verso la Sua per impedirglielo, et all'bora