Le Missioni nell’india. 151 Monomotapa », fatta per opera dei Domenicani.1 Nel Madagascar ¡unsero i Lazzaristi nel .1648, ma la loro attività fu spesso ostacolata dall’essere intricata con la politica coloniale francese.2 Nella missione dell’india anteriore i Gesuiti fecero ancora migliaia di conversioni: così nel territorio di Madura, in Tanjaur, Sattiamangalam e Tiruchirapalli,3 nel mezzo del regno di Cocino, nel Travancore, sulla Costa dei Pescatori, nel Canara, Beyapur e Bengala, come pure alla corte del Gran Mogul.4 Anche i Francescani, Domenicani, Agostiniani, Carmelitani, Teatini e Cappuccini costruirono, accanto agli esistenti, nuovi chiostri dai quali svolsero anche opera missionaria.5 Nell’India posteriore il P. de Rhodes venne bensì nel 1645-46, dopo copiosi successi, espulso dall» Cocincina, ma nel 1646 vi vennero altri due Gesuiti e altri cinque andarono al Ton-chino; nel 1645-1646 si fecero battezzare 24.000, mentre in Cocin-' imi si eran fatti cristiani oltre 50.000, cosicché i Francesi, in una visita nel 1653, parlarono in una supplica a Innocenzo X di oltre 200.000 cristiani esistenti in questi due regni, i quali però, privi di ogni aiuto religioso, attendevano ora i pastori.6 Delle missioni insulari invece esistevano ancora quella di Ceylon, dove nel 1644 si convertirono il re o l’imperatore Mutale;7 l’altra di Sanguir ove i Francescani battezzarono i due re di Colonga e Tabuca,8 e quella di Solor, dove il domenicano Giovanni da Costa fondò nel 1650 la stazione di Baju e accolse nella Chiesa molti pagani. Nell'isola di Timor cominciarono, coll’invasione degli Olandesi nel 1648, ’.Travi lotte.9 Finalmente nelle Filippine lavoravano i Domenicani accanto ai Francescani, Gesuiti e Agostiniani al rafforzamento del di Congo a S. Santità», in data Congo 5 ottobre 1646.5. Lettere pontificie al re del Congo sull’invio di Cappuccini del 10 novembre 1645, 20 maggio 1648, 14 gennaio 1651 e 21 novembre 1653, in Bull. Congr. Prop. Fide VII 24 ss. Nel 1653 la Propaganda decise che missionari del Congo non potessero esercitare giurisdizione missionaria a cinque ore entro il distretto dei parroci senza il loro permesso; vedi lus. Pontif. P. II 209. 1 Cfr. Piolet, Les missions cath. franf. V 470; Kilger in Zeilschr. für Missionswiss 1907, 103 e Scfimdlin 231. 2 Vedi Schmidi.in 232 e la bibliografia da lui citata. Una « * Lettera scritta dalli missionarii di Madagascar al sig. Vincenzo di Paolo sup. gen-d. frati delle missioni per dame parte alla s. Congreg. de Propaganda 1650 » in Barb. 4546, Biblioteca Vaticana. ’ Vedi Müllbatter 204 s., 208, 214, 225 s., 228 s. 4 Vedi ivi 279, 284, 287, 294, 296. 5 Vedi ivi 325 s., 334, 341, 346, 352, 354. Cfr. 365 sui vescovadi indo-portoghesi di quel tempo. 6 Vedi Launay I 19 s. Cfr. Pachtler, Das Christentum, in Tonkin und Cochinchina (1861) 62 ss., 163 s. Rhodes fece stampare in Roma anche un catechismo annamitico; vedi Schmidlin 254. ’ Schmidlin 255. 8 Vedi Civezza VII 2. 929 s.; Schmidlin 257. 9 Cfr. Biermann in Zeitschr. für Mission swiss. 1924, 36, 41.