I precedenti di Innocenzo X: il suo ritratto del Velasquez. 23 dei cardinali del 30 agosto 1627, venne riservato in petto, e la sua nomina venne resa pubblica solo il 19 novembre 1629. Gli fu assegnato come titolo Sant’Eusebio. Rimase però ancora alcun tempo in Madrid e ricevette dalle mani di Urbano Vili il cappello rosso solo il 6 luglio 1630. In Roma lavorò zelantemente in varie congregazioni, specialmente in quella del Concilio, di cui era prefetto. Si racconta che egli amasse esprimersi molto francamente di fronte a Urbano Vili e che avesse sconsigliato la guerra di Castro, di cui prevedeva l’esito infelice.1 Già nel 1632 lo si considerava degno del papato,2 mentre solo pochi anni prima non aveva avuta alcuna prospettiva.3 Come nunzio era così severo che lo si chiamava « monsignor non va » e più rigido ancora divenne come cardinale. Si comportava in ogni cosa con molta cautela e anche nelle congregazioni non insisteva mai ostinatamente nel suo parere.4 Con gli Spagnuoli manteime buoni rapporti. La probabilità d’una sua elevazione al papato salì al punto, che nel 1640 passava per uno dei più eminenti papabili.8 Tre anni più tardi l’ambasciatore mantovano scrive che egli è « un soggetto eminente, non solo nelle materie legali, ma anche in quelle di Stato ».8 Il nuovo papa, in forza del suo temperamento di ferro, godeva ottima salute, benché avesse già settantanni. La sua figura esteriore è descritta da un contemporaneo nei seguenti termini: « È di statura alta e asciutta, l’occhio piccolo, i piedi grandi, la barba scarsa, il colore del viso quasi grigio-oliva, la testa calva ».7 Dunque brutto come Leone X. Come costui ebbe la fortuna di essere ritratto da Raffaello, così Innocenzo X da Velasquez. Era la seconda volta che questo grande maestro toccava nel 1650 la classica terra della Città Eterna ove fu testimone delle solennità giubilari e frequentò assai gli artisti romani, specialmente Pietro da Cortona, Bernini, Algardi, Salvator Rosa e Nicola Poussin. Allora Velasquez, senza che il papa posasse per lui nemmeno una volta, creò in breve tempo quel meraviglioso ritratto che destò presto lo stupore di Roma e strappò la più viva ammirazione ai pittori che vi dimoravano. Nella disposizione il quadro non è diverso da quello di altri ritratti di papi. Innocenzo X siede su di un seggiolone di velluto 1 * Note a Brusoni in Archivio Doria-Painfili in Roma 93-46, p. 116a. * Relazione del canonico di Treviri Pietro von Ouren in Hist. Jahrb. X 562. s Berchet I 279. 4 A. Contakini in Berchet II 69. * Bekchet II 30. * * « Card. Pamfilio Romano è un soggetto eminente, non solo nelle materie legali, ma anche in quelle di stato ». G. B. Tarabucci, Stato della corte di Roma nel 1646, Archivio Gonzaga in Mantova. ’ Ciampi 14, n. 3.