Come Filippo II rispose alle buone disposizioni di Sisto V. 105 solo garantiva il mantenimento dell’ordine. Del resto gli spaglinoli non avevano in animo nuove conquiste nella penisola Appen-nina, come lo aveva dimostrato il loro contegno in occasione dei moti di Genova. A che cosa mirasse principalmente l’istruzione all’ambasciatore spagnuolo, lo dimostra la sua seconda parte. Con le espressioni più energiche, viene in essa rilevato, quanto interessi al bene della cristianità, che il papa vada di pieno accordo con il re nel prender posizione di fronte ai torbidi di Francia, dove minaccia il pericolo, che ottenga il regno un principe non cattolico. Questo interessante documento si chiude con un accenno all’intollerabile prepotenza degli Ugonotti ed allo zelo cattolico del re di Spagna. Esso dimostra come Filippo II, di primo acchito, abbia tentato di prevenire il timore del papa, che col suo atteggiamento in riguardo dei torbidi francesi sarebbe per finire nella dipendenza politica della Spagna, e verrebbe a prestare man forte ad una maggiore estensione di questa potenza, timore che veniva intensamente nutrito da parte francese, veneziana e fiorentina. L’autocratico carattere di Sisto V, come pure il suo alto concetto della dignità pontificia, spiegano come solo a malincuore egli si adattasse alla situazione forzata creata dopo l’infelice guerra di Paolo IV, che confermava la preponderanza spagnuola in Italia, abbassava lo Stato Pontifìcio ad una potenza di second’ordine e minacciava la libertà della Sede Apostolica. La personalità di Filippo II, il suo carattere freddo e ponderato erano in aperto contrasto con il naturale focoso di Sisto V, che con energia priva di riguardi amava sempre andare direttamente al suo fine. La mira del re di Spagna di tutelare la Chiesa, ed in certa guisa, di dividere con l’investito della Sede Apostolica l’ufficio del sommo apostolato 1 poteva esser per lui soltanto antipatica al sommo. Ciò nonostante egli vide con chiarezza fin da principio che solo allora avrebbe potuto eseguire i suoi grandi disegni a vantaggio della Chiesa qualora curasse buone relazioni con il monarca, che, fra i sovrani cattolici, era il più potente ed allo stesso tempo il più zelante nel difendere il cattolicismo, benché certo quasi sempre si avessero di mira secondi fini spagnuoli. Pertanto Sisto Y subito dopo assunto il suo governo, si espresse con parole cortesi verso l’ambasciatore spagnuolo Olivares e si mise in amichevole relazione epistolare con Filippo II.2 Sebbene il nuovo papa non fosse nella condizione, 1 Cfr. Hübner II, 20. 2 Vedi Priuli 316. Hübner I, 259 s. La prima lettera del papa, del 10 maggio 1585, riguardava l’aiuto degli impiegati spagnuoli in Italia, di fronte alla piaga dei banditi, (v. sopra p. 59). Degni di essere notati sono i consigli amichevoli, che Sisto V diede al re riguardo al suo governo, per mezzo di un breve del 6 maggio 1586 ; vedi il passo principale di questo nella Revue des quest. Hst. XXVII, 170, n. 1.