282 Sisto Y. 1585-1590 — Libro I - Capitolo V. nuovo nel seminario. 1 In un colloquio con i due Gifford, nell’estate 1585, su i tentativi di uccidere Elisabetta, Savage ricevette l’impressione, che il professore di teologia Guglielmo Gifford avesse presentato tali atti come buoni e lodevoli ; tre settimane appresso egli si decise di assumersi l’esecuzione di tali piani. 2 Nell’agosto 1585 egli si recò con tale intendimento a Londra. Come e quando dovesse avvenire il fatto, a lui stesso era pienamente ignoto ; dapprima egli andò gironzolando per la città, nell’attesa che il caso gli offrisse una buona occasione. Sembra del resto che Gilberto Gifford non abbia preso Savage sul serio ; quando più tardi era entrato in continua relazione con Walsingham, nulla mostra che egli abbia realmente temuto per la vita della regina. Dopoché il 23 settembre 1585, fu emanato l’ordine di isolare Maria Stuarda a Chartley, Gilberto Gifford, l’8 ottobre, voltò tutto una volta le spalle al seminario di Eeims, si procurò in Parigi da Morgan una lettera commendatizia per la regina di Scozia e si mise in Londra a disposizione di Walsingham, che lo mise in relazione con il decifratore e falsificatore Phelippes.8 D’ora in poi è Gifford che tende i lacci per portare alla morte la prigioniera di Chartley.4 È lui che si mette in contatto con il birraio di Maria e fa da intermediario nella sua corrispondenza con l’inviato di Francia, facendo però pervenire tutte le lettere di Maria prima nelle mani di Phelippes e di Walsingham. 5 La famiglia di Gifford non sospettava affatto dell’infame parte che rappresentava Gilberto : egli ebbe la sfrontatezza di chiedere un compenso non solo da Walsingham, ma pure da Maria 6 e più tardi, nel mezzo delle sue 1 Kervyn de Lettenhove I, 178 s. ; Pollen in The Month CX (1907) 250 s., e Mary XLin. 2 L’unica sorgente per questi avvenimenti è la confessione di Savage nel suo interrogatorio. (Kervyn de Lettenhove I, 306). Questa confessione ci è pervenuta solo in una forma mutilata (ibid. 308). Il nome di Gilberto è in questo come in altri documenti deliberatamente soppresso, per velare cosi la sua partecipazione ai complotti. Tutta la colpa viene gettata addosso a William Gifford ; ma secondo il carattere di quest’uomo è sommamente inverosimile, che egli abbia approvato il regicidio. Gilberto Gifford gli avrà posto abilmente delle domande che più tardi di fronte a Savage avrà interpretato a suo modo. Pollen (Mary xlv; The Month CX 251) ha trovato una recensione della confessione di Savage, ove il nome di Gilberto non è cassato. Cfr. Butler loc. cit. 254 ss. ; Kervyn de Lettenhove I, 179. 3 Kervyn de Lettenhove I, 181, 184. 4 Lequel (Gifford) ne demandoit autre chose que de faire tomber la royne d’Escosse en une conjuration contre la vie de la royne d’Angleterre, laquelle estant descouverte, ils pussent inciter la dicte royne à la faire mourir. Château-neuf, l’ambasciatore francese, presso Kervyn de Lettenhove I, 188. 6 Ibid. 190, 196, 200. Egli non entrò mai in relazioni personali con Maria (ibid. 214) ma bensì le scriveva (ibid. 198). 6 Ibid. 196.