36 Sisto V. 1585-1590 —• Libro I - Capitolo I. che il cardinale comprò con i suoi risparmi, così anche questa sua proprietà, forse per sfuggire all’antipatica attenzione delle persone della curia, era stata da lui acquistata nel 1576 a nome di sua sorella Camilla.1 La vigna Montalto2 si estendeva su di un terreno classico, in un avvallamento dell’Esquilino. Era situata in un sito del tutto incolto, adagiata in un profondo silenzio, che veniva rotto soltanto al mezzogiorno e alla sera dal suono delle campane delle vicine chiese di S. Maria degli Angeli e di 8. Maria Maggiore. Tale solitudine, che faceva sentire in modo commovente la caducità terrena e la provvidenza divina nella storia, era sommamente adatta ad un uomo, cui dopo una vita colma di lavoro e di fatiche, veniva offerta l’occasione ad un riconcentramento interno, e ad una calma riflessione sul passato e sul futuro. Sebbene i dintorni, ove era la vigna, fossero ritenuti insalubri, pure il cardinale dimorava più volentieri ivi, anziché nella sua abitazione situata nel rione Parione, nel vicolo Leutari3 presso Pasquino. Da un giovane architetto, Domenico Fontana, di Mili, sul lago di Como, che aveva edificato questa casa, il cardinale si fece costruire sulla sua nuova proprietà un’ amena villa, che secondo il gusto del tempo fu ornata di pitture e di statue antiche. Mentre la privazione della pensione ne mise in forse per un istante il compimento, Fontana si sarebbe dichiarato pronto, con l’aiuto dei suoi risparmi a proseguire la costruzione a sue spese. Uella vigna il cardinale aveva fatto piantare per tutto viti, olivi ed altri prelibati alberi da frutto. Mentre Montalto prendeva piacere allo sviluppo delle piantagioni nella sua villa, dovette egli ricordarsi del tempo, in cui aveva aiutato suo padre a Grottammare nei lavori agricoli. Anche la predizione, che i suoi genitori, morti da lungo tempo, avevano fatto dietro ad un sogno, non si era del tutto avverata ; ma la possibilità non sembrava poi del tutto svanita, dacché fra Febee apparteneva al supremo senato della Chiesa. In ogni caso egli aveva ogni motivo di ringraziare la Divina Provvidenza, che con lui, figlio di un povero compagnuolo, si fosse sinora condotta con tanta bontà. Anche la crisi finanziaria, che lo minacciava, per la sospensione della pensione annua, fu superata felicemente 1 Vedi ibid. 27. 2 Cfr. la bella opera del Principe Vittorio Camillo Massimo ; Notizie star, della villa Massima alle 'Ferme Dioeleziane, Roma 1836. Vedi anche più avanti Cap. 8. 3 Cfr. Cu«noni nell’-Arofe. d. Soc. 7ioni. V, 7 s., 546 s., ed il periodico Roma I (1923) 387. L’indicazione di Belli (Delle case abitate in Roma da parecchi uomini illustri 81), che il cardinale abbia abitato nella ben nota casa di Crivelli (v. Pastor, 1ioni zu Ende der Renaiss. *-• 38 s.) è errata. Cfr. Moroni LXVII, 88.