218 della sua isola contro le usurpazioni della consorella, e defezionarono. Per un attimo in essi prevalse sopra l’interesse dell’ intera provincia, l’orgoglio del proprio municipio (1). Ma fu un attimo. Lo spodestato duca con un manipolo di fidi gregari potè sfruttare lo spirito di fronda, diffuso e radicato, contro l’antagonista regnante ; potè trar profitto dalla suscettibilità dei compatrioti, che in lui riconoscevano l’interprete del sentimento isolano ; anche potè ridestare le simpatie dei Metamaucensi e indurli a far causa comune con lui. A lui però non era lecito, rievocando ideali tramontati, scuotere impunemente l’anima veneziana e spezzarne la salda unità. Anzi, ottenne l’efEetto opposto, quello di stringere intorno al legittimo duca tutti i soldati della causa nazionale. La rivolta metamaucense aveva tramutato l’iniziativa dei congiurati contro il governo in una protesta contro la nazione. Il meschino spirito isolano minaccioso insorgeva contro l’opera unificatrice, morale e politica, promossa da Rialto : e la nazione, dopo qualche giorno di incertezza, reagì compatta. La figura di Obelerio passò in sott’ordine. Il comportamento dei Metamaucensi, spostando i valori politici della campagna militare ed allargandone le basi, aveva sollevato un problema più delicato, quello dell’unità politica, superiore all’interesse dei protagonisti. Contro l’insidioso tentativo separatista non fu diffìcile ristabilire la concordia dei propositi. Il timore di pericolosi ritorni esigeva vigorosa unanime repressione. Tutti i Veneti furono in armi sotto la guida del loro duca contro i Metamaucensi per spazzare i residui di una mentalità contraria all’interesse dello stato, per soffocare e distruggere gli ultimi germi di disgregamento, allevati con affascinante pretesto di riscossa patria. Abbandonando per un istante Obelerio e i suoi complici al loro destino, la dolorosa vendetta scendeva sopra la città, responsabile di colpa maggiore. Malamocco fu espugnata e senza pietà distrutta, in espiazione del fatuo sogno di aver attentato all’unità dello (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110 : quo audito, Iohannes dux ad eun-dem capiendum promovit exercitum ; sed cum din predictam civitatem obsidione circumvallaret, tandem, diviso exercitu, Metamaucenses ad predictum Obelierium confugium fecerunt.