524 Libro II - Capitolo I — Urbano VII (1590). Olivares dimostrò un vero ardore nel combattere il candidato sul quale si erano accordati Montalto e Sforza. Era questi il Cardinal Laureo. Olivares odiava questo principe della Chiesa con tutto l’ardore del suo temperamento, sebbene persone molto bene informate lo conoscessero per uomo assolutamente adatto a ricevere la somma dignità.1 Olivares non si preoccupava se con la sua immoderata agitazione urtava amici e nemici. Egli si intese ancor più confermare nel suo contegno, allorché poco prima che si iniziasse il conclave, ricevette le istruzioni di Filippo II in data 14 settembre. Come i cardinali di Sisto Y, così in questo venivano esclusi tutti i restanti, che erano ritenuti amici della Francia, e ad essi apparteneva anche Laureo. Nel resto il re lasciava in vigore le sue precedenti istruzioni, in conseguenza delle quali andavano favoriti Madruzzo e Santori e preferiti tra i gregoriani Facchinetti e Sfondrato.2 Le speranze di Sfondrato, tuttora sempre importanti, erano diminuite, perchè il cardinale di Cremona, come Sfondrato veniva chiamato, per il suo carattere flemmatico e la sua poca esperienza degli affari da molti veniva designato come incapace.3 Contro lui lavoravano apertamente Monte, quale rappresentante del granduca di Toscana e i due Gonzaga. Molti credevano anche, che gli spagnuoli lo avessero messo nella lista solo in apparenza.1 La sera del 6 ottobre 1590 avvenne la chiusura del conclave, al quale presero parte 52 cardinali. 5 Poco prima si presentò Oli-vares, per adoperarsi ancora una volta contro Laureo, e per raccomandare i candidati nominati dal suo re. A Madruzzo ed ai suoi partigiani fu vietato espressamente di dare a chiunque altro il loro voto.8 Questa inusitata proibizione, come il gran numero 1 Maretti dice di Laureo (loc. cit.) * Cardinale Regnícola, nato in Torpia della provincia di Calabria, che di medico ch’era et di basso nascimento si era tirato col valor suo et con la servitù fatta alla Sede Apl» alla dignità del cardinalato datogli da Gregorio XIII. Questo cardinale per la vecchiezza, per la grandezza dell’anima, per le lettere et per l’esperienza grandissima che haveva delle cose del mondo era giudicato da chi lo conosceva accommodatissimo allo stato presente dell’Italia et al bisogno della Sede Apca et però in predicamento ragionevole di Papa. Biblioteca dei Serviti in Innsbruck. 2 Vedi Herre 479 ss. 3 Così * riferisce Sporeno il 6 ottobre 1590, Archivio dipartimentale in Innsbruck. 1 Vedi Maretti, * Conclave 279, loc. cit. 5 Dapprima 50. Vi sopraggiunsero ancora Andrea d’Austria e Caetani; v. Gui.ik-Eubel III, 59; F acini 4, 14, 22. Secondo la * Relazione di Sporeno del 12 ottobre 1590 Archivio dipartimentale in Innsbruck, il cardinale Andrea d’Austria giunse in Roma l’il ottobre. Egli entrò il 13 ottobre in conclave; v. 1 ’* Avviso del 13 ottobre 1590, Urb. 1058, p. 521, Biblioteca Vaticana. 8 Vedi Conclavi 237.