140 Sisto Y. 1585-1590 — Libro I - Capitolo III. ronee, audaci e scandalose. Così si sapeva si, che fra le tesi condannate si trovavano anche proposizioni eretiche, però non si poteva dire di nessuna tesi con precisione che la bolla avesse voluto colpire proprio quella come eretica ; rimaneva sempre la scusa che essa era stata ripudiata solo perchè poteva suscitare scandalo, e che lo scandalo Baio poteva credere di evitarlo abbastanza, qualora solo egli non difendesse pubblicamente nessuna delle opinioni condannate. Molti eran venuti nella convinzione, che Baio sostenesse ancora internamente per vere le proposizioni rigettate, e che fosse di opinione, che questo fosse tuttora a lui lecito, anche dopo la bolla; se nell’università veniva difeso l’opposto delle proposizioni condannate, si accorgeva, che egli ascoltava questo mal volentieri. Ciò che era ancora peggio, i suoi discepoli avrebbero trapiantato in altri luoghi le dottrine del loro maestro, e le difendevano e diffondevano.1 Bonhomini di nascosto cercò informazioni presso i più vecchi e più colti professori dell’università su le espressioni di Baio e si persuase, che il vecchio dotto tuttora aderiva alle sue antiche opinioni le quali in Roma non sarebbero state comprese giustamente. 2 Dopo essersi consigliato con l’arcivescovo di Malin, al nunzio sembrò per il meglio, che venisse preparata dalla facoltà stessa di Lovanio ed ingiunta per l’università un’ esposizione connessa della dottrina cattolica intorno ai punti discussi. Il professore di Lovanio Lenseo fu incaricato di questo lavoro. Esso venne a compimento solo dopo la. morte di Gregorio XIII, e fu confermato dalla sottoscrizione di tutti i professori. 3 Per ciò che riguarda Baio stesso, Bonhomini aveva consigliato da principio che il dotto uomo, tuttora in somma considerazione, venisse chiamato a Roma sotto un onorifico pretes-sto. 4 Ma una malattia di costui già settantacinquenne, rivelò questo progetto ineseguibile. 5 Pertanto consigliava Bonhomini, che si dovesse procedere contro di lui formalmente ed obbligarlo, ad abiurare non solo gli errori ripudiati dal papa, ma anche le sue espressioni su l’origine della giurisdizione episcopale; un tal passo sembrava a lui non più così arrischiato come avrebbe prima temuto. 6 In Roma si annuì alle proposte del nunzio e Bonhomini stesso fu munito di maggiori facoltà onde poter intervenire in 1 A Rusticucci il 9 novembre 1585, ibid. 184. Le domande che egli propose ai testimoni, in Ci.au mi P leu un Historia eccles. continuata L, Augusta - Innsbruck 1772, 354 ss. 2 A Rusticucci, Lovanio, 30 ottobre 1585, loc. cit. 180. 3 Le Baciielet nel Dici, de théol. cath. II, 56. 4 A Rusticucci, Gante, 13 giugno e 4 settembre 1585 presso Ehses Meister I, 91, 133. 5 Allo stesso 30 ottobre 1585, ibid. 180. 6 Allo stesso, Anversa, 9 novembre 1585, ibid. 184.