Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo V. in cui tutto dipendeva da una celere azione si rifletteva ancora sul lecito e l’illecito e si era all’oscuro su le prime presupposizioni di tutta l’impresa ! Gifford in realtà si adoperò presso Walsingham onde ottenere il permesso di viaggio. Poiché per una causa qualsiasi non venne alcuna risposta, egli fuggì in Francia. Sul motivo di questo strano contegno più tardi egli si espresse in confidenza : il traditore aveva conservato ancora un resto di pudore, e nel processo che ne seguirebbe contro Maria, temeva di incontrarsi con la sua vittima. * Nel frattempo Babington e i suoi amici appresero cose, che li colmò di terrore. Phelippes, ad esempio, nel decifrare la fatale lettera di Maria, aveva disegnato con rozze linee una forca, e a mezzo dell’inviato ne era pervenuta la notizia ai congiurati. 2 Il loro terrore dovette accrescersi ancora con la scoperta, che Mawde, il quale prima aveva accompagnato Ballard nel suo giro per l’Inghilterra, che era a giorno di tutti i segreti, e che si affaticava di mantener fermi i congiurati nei loro piani, altri non era che una spia di Walsingham. 3 II peggiore dei suoi pretesi amici, Poley, Babington lo chiamava ancora suo « dolce Roberto »,4 anche allorché egli era già così profondamente impigliato nelle sue reti. Quando Babington desiderò un passaporto per l’estero, Poley gli aveva procurato un abboccamento con Walsingham nel quale il segretario di Stato lasciò cadere misteriose allusioni. 5 Colmo di terrore, Babington chiese consiglio al suo « dolce Roberto » se non fosse meglio, di aprirsi con Walsingham su tutta la congiura. Naturalmente Poley lo tranquillizzò ; ma Babington ora si lasciò adoperare per un servizio a favore del segretario di Stato non col tradire, come voleva Poley, i due gesuiti recentemente arrivati, Garnet e Southwell,6 ma collo spiarli. Poley seppe così insinuarsi nella confidenza di Babington, che questi gli comunicò la lettera di risposta di Maria e discusse con il traditore su la 1 Ibid. cxvii ss. In Parigi Gifford carpì all’ ambasciatore Mendoza una lettera col consenso del regicidio, che però non arrivò (ibid. clxxiii ss). Gifford era a Parigi attivo quale spia e si fece ordinare sacerdote nel 1587, per poter meglio spiare i cattolici. Poco dopo egli fu arrestato in un bordello e messo nelle carceri episcopali, ove morì nel 1590 (ibid. 118-130). 2 Ibid. cxxix, clx. 3 Ibid. CLin, 46. 4 Ibid. clxx. 5 Cfr. sopra p. 287. 6 Pollen CLXlll. Dopo il suo arrivo a Londra scrisse Southwell il 25 luglio : alla corte si dice che si va preparando una cosa, la quale nel caso che riuscisse, significherebbe per noi un colmo di dolore; se non riesce, tutto andrà bene (ibid.). In principio Southwell biasimava aspramente, « thè wicked and illfated conspiracy»; più tardi quando si conobbe in parte l’infamia .del Governo, egli giudicò con più mitezza. Pollen in The Month CXIX (1912) 302,