Malcontento spagnuolo nel conflitto di Sisto V con Venezia. 245 l’amicizia dei principi di sangue reale, non inimicarsi Navarra, muovere Mayenne a rinunziare i suoi irragionevoli intenti, o non fare alcun tentativo, di sottrarre la corona a chi spettava. Questa istruzione così cambiata, la cui esecuzione sorpassava le forze diplomatiche di Caetani, fu scritta manifestamente sotto l’impressione del timore, di aumentare con l’incondizionato appoggio della lega, l’enorme influenza della Spagna in Francia. Di non minore influenza fu anche la notizia allora giunta, che il governo veneziano, non ostante gli avvisi amichevoli a lui dati, aveva incaricato il suo rappresentante in Francia, di riconoscere Enrico di Navarra per re. 1 Questo audace passo sollevò nella curia un generale risentimento. Si diceva, come può uno Stato cattolico, riconoscere ad un pubblico eretico e di più recidivo, il titolo di re cristianissimo, <■ cercare l’amicizia di un tale uomo ? Neppure il papa prese alle leggiera un tal fatto, ed espresse con i suoi confidenti che l’accaduto poteva condurre alla rottura delle relazioni diplomatiche. 2 Con Badoer l’ambasciatore della repubblica, Sisto V si espresse però dapprima in maniera molto moderata, principalmente per motivo che egli, non voleva chiudere la strada a Navarra, qualora ",uesti realmente dovesse dimandare l’assoluzione. 3 Per questo non corrispondeva alla sua volontà, che il nunzio in Venezia, non appena che il doge ebbe accettato le credenziali di Enrico IV, dalle mani del signor di Maisse, già inviato di Enrico III, senza prendere commiato lasciasse Venezia. Sisto V censurò tale precipitazione, poiché egli desiderava per più motivi una soluzione pacifica dell’incidente. Fin da principio lottò in lui in quest’affare il suo sentimento del dovere, riflessioni di natura politico-leligiosa, e il suo amore e stima per il governo veneziano. La na buona disposizione verso Venezia andò tant’olre, che impose ;il nunzio, di tornare senza ritardo al suo posto. 4 Quanto al signore di Maisse, egli era pronto a considerarlo come il rappre-entante del re di Navarra, ma mantenne ferma la sua opposizione contro di lui quale ambasciatore del re di Francia. 6 A Venezia venne respinta questa distinzione: non s’appartiene alla signoria il dar giudizio su la successione al trono di Francia. 1 Vedi Ratjlicii, Contesa 250 s. 2 Vedi nell’Appendice n. 64 la * lettera di Brumani del 30 settembre- 1589, Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi la Relazione di Badoer presso Baulich 225 s. 4 Vedi la * Relazione di Brumani del 28 ottobre 1589, Archivio (i o n z a g a in Mantova. Cfr. Hübner II, 267 ; Raulicii 266. 5 Cfr. l’istruzione al nunzio Visconti del 28 ottobre 1589, al quale fu proibito, di riconoscere per ambasciatore regio l’inviato di Navarra a Braga, e che doveva suggerire all’imperatore lo stesso contegno. Schweizer III, !)0; cfr. 108, 113, 153 s.